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Sorprende bimbi in piscina e li lega con i cavi, australiano evita carcere e multa: “Non è tutta colpa sua”

I fatti contestati sono avvenuti nel marzo scorso quando il 46enne ha immobilizzato tre bimbi di 6, 7 e 8 anni scoperti mentre nuotavano nella sua piscina in Australia tenendoli così per quasi 40 minuti. Ora un tribunale locale lo ha condannato a 2mila dollari di multa ma con pena sospesa e condanna estinta.
A cura di Antonio Palma
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Dopo aver sorpreso tre bimbi di 6, 7 e 8 anni all’interno della piscina della sua casa in vendita in Australia, un 46ennne li aveva bloccati e legati con dei cavetti lasciandoli così per oltre mezz’ora in attesa della polizia ma per quella terribile scena ora ha evitato sia il carcere che una multa perché i giudici australiani gli hanno riconosciuto diverse attenuanti.

Per quella vicenda, risalente al marzo scorso, il tribunale di Broome oggi infatti ha condannato Matej Radelic per due capi d'imputazione per il reato di aggressione comune aggravata imponendogli una multa di 2mila dollari ma senza obbligo di pagamento. La pena infatti è stata sospesa per un periodo di 12 mesi al termine dei quali, se non commetterà altri reati, la condanna sarà estinta.

I fatti contestati sono avvenuti nel marzo scorso quando il 46enne ha immobilizzato una bambina di sei anni e due bambini di sette anni e otto anni che erano entrati nel giardino di casa sua ed erano stati scoperti mentre nuotavano nella sua piscina. Il più grande era riuscito poi a scappare e ad allertare la famiglia mentre l’uomo chiamava la polizia  trattenendo i piccoli in lacrime e legati ai polsi per quasi 40 minuti.

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Secondo il procuratore la risposta dell’uomo è stata sproporzionata, poiché i bambini avevano obbedito quando era stato chiesto loro di uscire dalla piscina e sedersi. I pubblici ministeri hanno sostenuto che le sue azioni erano "disumanizzanti e irragionevoli" viste le circostanze e avevano chiesto la condanna per tre capi di imputazione in quanto “Le circostanze semplicemente non erano tali da giustificare l'uso della forza".

Gli avvocati del 46enne hanno sostenuto invece che Radelic aveva eseguito un arresto "legittimo" da cittadino ricordando che aveva già subito tre furti in casa.  Il tribunale di Broome ha ascoltato entrambe le parti e ha stabilito che il comportamento dei bambini costituiva "violazione di proprietà privata e danneggiamento criminale", ma tutti erano al di sotto dell'età della responsabilità penale, che nell'Australia Occidentale è di 10 anni.

Il giudice ha ritenuto Radelic colpevole di due delle tre accuse e lo ha assolto dalla terza accusa, poiché il bambino più grande era scappato. "Una persona ragionevole giudicherebbe che l'uso continuato di fascette non fosse necessario", ha affermato il giudice, riconoscendo che ha agito perché già vittima di furti e danneggiamenti e stabilendo che la durata della restrizione "non era del tutto colpa sua".

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