Sono tre sorelline le ultime vittime dell’interminabile guerra in Siria
Tasnim, Hanin e Ranim erano sorelle. Una delle ultime foto le ritrae con le trecce ai capelli, sorridenti davanti all'obiettivo. Oggi le tre bambine sono state uccise dall'artiglieria dell'esercito siriano a Bidaba, città nella provincia nord-occidentale di Idlib. Anche la madre e altre due donne sono morte nello stesso attacco: un’intera famiglia decimata mentre si trovava in casa. A dare la notizia è la Rete siriana per i diritti umani (Syrian Network for Human Rights), un'organizzazione che dal 2011 tiene il conto dei morti provocati dal conflitto armato nel Paese mediorientale. Le vittime facevano parte della famiglia di un volontario dei Caschi Bianchi, il gruppo di soccorritori che agisce nelle aree fuori dal controllo del governo di Damasco. Ed è stato proprio il padre delle tre bambine ad arrivare per primo sul luogo del massacro.
È stata una giornata particolarmente cruenta in tutta la provincia di Idlib: aerei da guerra hanno bombardato il centro di Ma'saran. Quattro persone hanno perso la vita e altre sono rimaste ferite. Le immagini che arrivano dal luogo dell’attacco mostrano, ancora una volta, il dramma quotidiano che i civili siriani stanno vivendo da quasi 9 anni. Urla strazianti che si mischiano al suono delle sirene. Corpi inanimati e sangue sulle strade dove poco prima si teneva un mercato. I feriti sono almeno 15 e il bilancio dei morti è destinato a salire.
In un attacco dell’aviazione siriana al villaggio di Talmenes, è stata uccisa una donna, Fatima al Abdullah. Tra i feriti gravi anche un bimbo piccolo. La serie di raid fa pensare che l'esercito di Assad si appresti a lanciare l'offensiva finale sull'ultimo bastione controllato dai miliziani di Hayat Tahrir al-Sham (Hts, Movimento di Liberazione del Levante), le formazioni jihadiste che dominano su Idlib. A darne conferma sono anche alcuni media vicini al governo di Damasco, secondo cui stanno arrivando rinforzi alle truppe schierate nella provincia nord-occidentale. "Ieri sono arrivati importanti rinforzi militari in diverse città della provincia di Idlib come Khan Sheikhoun a sud e Sinjar a est. Le forze armate stanno aspettando ordini per iniziare l'operazione in qualsiasi momento”, ha dichiarato una fonte al giornale siriano Al-Watan. Sempre secondo la fonte, i militari sarebbero pronti a sferrare una vasta offensiva non solo su Idlib, ma anche nelle province vicine di Aleppo, Hama e Latakia.
Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, dal 30 aprile 2019, giorno in cui sono ripresi i combattimenti nel nord-ovest della Siria, i morti sono stati quasi 5.000. Di questi il numero di civili uccisi nell'escalation di violenze è stato pari a 1.286, tra cui 331 bambini e 235 donne. Per le famiglie siriane che sono riuscite a scappare, l’unica misera accoglienza sono i campi per sfollati al confine con la Turchia. Ad attenderli c’è un nuovo inverno alle porte, l’ennesimo da quando è iniziata la carneficina in Siria.