video suggerito
video suggerito

“Sono parente di quel famoso pugile”, violenta tre donne e le costringe a mangiare le proprie feci

David Fury-Walsh, 31enne di Macclesfield, diceva alle sue vittime che era imparentato con il campione di boxe inglese, Tyson Fury. Così facendo ha aggredito, violentato e costretto ad atti ignobili almeno tre donne. Ora è in carcere.
A cura di Biagio Chiariello
360 CONDIVISIONI
Immagine

Fingeva di essere parente del noto pugile Tyson Fury, carpendo così la fiducia delle sue vittime. Poi le violentava, arrivando a costringerle a mangiare le proprie feci. David Fury-Walsh, 31enne inglese noto anche come David Overton, ha sottoposto violentato, aggredito e costretto almeno tre donne.

La polizia ha iniziato a indagare sul delinquente, residente a Macclesfield, Regno Unito, dopo una prima denuncia di aggressione e violenza sessuale sporta da una donna nel settembre dello scorso anno. È stato arrestato poche ore dopo, ma durante il periodo di detenzione, anche altre due donne si sono fatte avanti e hanno riferito di essere state anch'esse vittime del bruto.

Oltre alla violenza fisica, controllava anche le finanze delle donne, stipulando prestiti a loro nome e manipolandole affinché gli consegnassero i loro risparmi con la promessa che avrebbe fatto fruttare quel denaro, secondo quanto emerso dalle indagini.

Gli agenti della Cheshire Constabulary hanno compilato un fascicolo di prove contro Fury-Walsh e lo hanno accusato di un totale di 25 reati. Mercoledì 15 dicembre la corte di Chester ha stabilito che il 31enne è colpevole per tutte le imputazioni a suo carico. Ora è in carcere.

"Fury-Walsh è un bullo violento e manipolatore, anche di fronte a tutte le prove contro di lui, ha rifiutato di dichiararsi colpevole di una qualsiasi delle accuse" ha detto il detective Jade Bannerman, che ha guidato le indagini.

"Ha costretto le sue vittime a rivivere quelle terribili esperienze in tribunale, ma per fortuna, grazie alle dichiarazioni fornite dalle vittime e alle prove che abbiamo raccolto, la giuria ha intuito le sue bugie e ora è ritenuto responsabile delle sue azioni".

"Nessuno dovrebbe sperimentare ciò che hanno provato queste donne e se si può ottenere qualcosa da questo caso, spero che incoraggi altre vittime di reati sessuali a farsi avanti e denunciarcelo", ha aggiunto l'ispettore investigativo Robert Lees.

“Le vittime non dovrebbero mai vergognarsi di parlare di ciò a cui sono state sottoposte. Riceveranno l'aiuto e il sostegno di cui hanno bisogno dai nostri ufficiali specializzati, così come da altre agenzie di supporto con cui ci coordiniamo, e comunque tutte le vittime di reati sessuali hanno diritto all'anonimato" ha aggiunto.

360 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views