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“Sono in un incubo vivente, non mi sveglierò più”, la disperazione della mamma del bimbo morto di stenti

Il Regno Unito è sotto shock per il caso del bimbo di due anni morto di stenti accanto al padre, stroncato da un infarto nella loro casa nel Lincolnshire. Le parole della madre, separata dall’uomo, al Sun: “Non riesco più a dormire. Mi sveglio di soprassalto pensando a lui che vaga da solo, assetato e affamato. Mi sento una fallita…”
A cura di Biagio Chiariello
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 "Sono in un incubo vivente e non mi sveglierò mai". Sono le parole di Sarah P. la madre del piccolo B. B., il bimbo di due anni morto di stenti accanto al padre K. B., stroncato da un infarto nella loro casa di Skegness, nel Lincolnshire, nord del Regno Unito. La donna ha parlato al Sun. Aveva visto per l'ultima volta il figlio – uno dei tre della ex coppia affidato al padre – poco prima di Natale.

"Non riesco a pensare ad altro, a lui che muore di fame, che allunga una mano", ha detto, disperata, aggiungendo che il bambino è stato trovato a pochi centimetri dal frigorifero. E ancora: "I suoi ultimi momenti li ha trascorsi da solo e doveva essere molto assetato e affamato. Avrà pianto. Sarà stato così confuso".

E continua: “Mi sta perseguitando. Se riesco ad addormentarmi, è solo per poche ore. Mi sveglio di soprassalto pensando a lui che vaga da solo, morendo di fame".

Quando lo immagino così, solo in quell’appartamento, mi sento una fallita, crudele, egoista", dice ancora Sara.

Sarah e il padre di B. erano separati da tempo. Sull'affido condiviso dei tre figli, secondo quanto scrive la stampa locale, vigilavano i servizi sociali.  Un assistente, come faceva di solito, era andato il 2 gennaio nella casa di Skegness, per vedere il bimbo, considerato "vulnerabile" per i numerosi problemi della sua famiglia aggravati dalla separazione dei genitori, ma nessuno gli aveva risposto.

A quel punto gli assistenti sociali si sarebbero rivolti a Sarah per chiederle se avesse sentito l'ex, senza però darle "alcun motivo di preoccuparsi". Era il 4 gennaio. In quell'occasione avrebbero anche contatto la polizia. Ma sarebbero passati altri cinque giorni prima che i corpi di padre e figlio fossero ritrovati senza vita il 9 gennaio dallo stesso assistente sociale che era riuscito a procurarsi una copia delle chiavi di casa.

Ed ora la madre di B. punta il dito proprio contro di loro, accusandoli di non aver fatto abbastanza. A suo avviso, nonostante il mancato intervento delle forze dell'ordine, avrebbero dovuto agire in modo più deciso già il 2 gennaio, quando ancora, forse, B. si poteva salvare. Intanto il Consiglio della contea di Lincolnshire ha fatto sapere che l’assistente sociale coinvolto nel caso del piccolo non è stato sospeso, ma sembra che si sia preso "volontariamente" una pausa.

"Nessun’altra madre dovrebbe subire quello che ho passato io" conclude la donna nell'intervista al tabloid britannico.

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