Sonniferi ai bimbi che hanno fame e reni venduti per soldi: l’Afghanistan verso la catastrofe umanitaria
Vengono sedati con dei sonniferi così che possano dormire e non sentire i morsi della fame. Sono migliaia i bambini in Afghanistan che quotidianamente combattono con la mancanza di cibo e l'impossibilità di sfamarsi. Con il ritorno dei talebani le condizioni economiche del paese sono al collasso e soprattuto nelle zone rurali, fuori dalle grandi città, la situazioni è drammatica: le famiglie sono costrette a vendere i propri reni per potersi sfamare, mentre c'è chi vende le proprie figlie e le dà in sposa al miglior offerente.
È quanto emerge da un reportage della BBC che, da un villaggio alle porte di Herat, ha raccontato il dramma che vivono i bambini afghani alle porte di un inverno che si preannuncia difficilissimo, tanto che l'Onu teme che il paese possa sprofondare in una vera e propria "catastrofe" umanitaria.
"I nostri bambini piangono, non dormono. Non abbiamo cibo. Allora andiamo in farmacia e prendiamo delle compresse da dargli", il racconto di Abdul Wahab, residente in un villaggio di case di fango. Mentre Ghulam Hazrat confessa di sedare i suoi sei figli, anche quella di un anno, con delle pillole di alprazolam. Procurarsele è piuttosto semplice e alla farmacia locale si possano comprare cinque compresse con 10 afghani, 10 centesimi di dollaro, ovvero il prezzo di un pezzo di pane che secondo l'uomo non basterebbe comunque a sfamare i figli.
Accanto a lui c'è invece chi racconto di aver venduto il proprio rene per 270mila afghani, circa 3.100 dollari, soldi serviti soprattutto a pagare i debiti fatti per sfamare la famiglia. In una vicina capanna, una giovane madre ha venduto anche lei il rene sette mesi fa, per 240mila afghani. Ma i soldi non sono bastati a ripagare il debito contratto per l'acquisto di pecore, che poi sono morte in un'inondazione. E ora dovrà vendere la figlia di due anni, per 100mila afghani.