Somalia, attacco al palazzo presidenziale: morti 9 militanti islamici
Nel pomeriggio nel palazzo presidenziale di Mogadiscio, capitale della Somalia, sono scoppiati pesanti combattimenti. Testimoni hanno raccontato che dalla zona del palazzo arrivavano suoni di esplosioni e sparatorie. L’attacco, durante il quale sono morte nove persone, è stato poi rivendicato dai ribelli del gruppo Shabaab, legati ad Al Qaeda, che in un primo momento hanno sostenuto di aver preso il controllo dell’edificio ma poi sono stati smentiti dalla polizia. L'attacco, stando a una prima ricostruzione, è iniziato nel pomeriggio con l'esplosione di un'autobomba davanti al palazzo. Dopo la deflagrazione i militanti sono riusciti a entrare dentro la struttura presidenziale dove si sono scontrati con guardie e soldati governativi che stanno cercando di respingerli. Una volta all'interno, i militanti si sono divisi in diversi gruppi e hanno cercato di prendere il controllo di varie parti della struttura. Tra le vittime dell’attacco fallito al palazzo presidenziale ci sono gli assalitori e alcuni kamikaze. La situazione, secondo quanto ha affermato un funzionario della sicurezza, è tornata sotto controllo.
Il presidente della Somalia al sicuro
Al sicuro anche il presidente della Somanlia Hassn Sheikh Mohamud che non era nel palazzo presidenziale al momento dell’attacco. Il presidente si trovava infatti nella residenza dell'inviato speciale delle Nazioni Unite in Somalia, vicino all'aeroporto. Era stato accompagnato da un’unità della polizia militare somala e la protezione del palazzo è stata affidata a soldati dell’Unione africana. Quello di oggi non è il primo attacco dei miliziani alle istituzioni somale: già sabato i miliziani di al-Shabab avevano attaccato il Parlamento somalo di Mogadiscio, che si trova a un centinaio di metri dal Palazzo presidenziale, causando la morte di cinque persone tra civili e agenti della sicurezza. I miliziani avevano promesso di aumentare gli attacchi contro le istituzioni durante il mese sacro all'Islam di Ramadan.