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“Soldi dal Qatar per Nethanyahu”: l’inchiesta sul premier israeliano e i fondi dagli alleati di Hamas

Sono state fatte rivelazioni su presunti finanziamenti dal Qatar che potrebbero mettere in seria difficoltà il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il primo ministro, che dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre continua a veder calare il suo indice di popolarità, è accusato di aver ricevuto milioni di dollari da uno dei principali sostenitori dell’organizzazione islamista.
A cura di Eleonora Panseri
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Alcune rivelazioni su presunti finanziamenti dal Qatar potrebbero mettere in seria difficoltà il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il primo ministro, che dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre continua a veder calare il suo indice di popolarità, è accusato di aver ricevuto milioni di dollari da uno dei principali sostenitori dell'organizzazione islamista.

Le rivelazioni dell'ex colonnello dei servizi israeliani

A confermare la presenza di documenti segreti che dimostrerebbero le transazioni è stato un ex colonnello dei servizi israeliani, anche consigliere per l’antiterrorismo dei premier Yitzhak Rabin e Yitzhak Shamir, Yigal Carmon. Come riportato dal Corriere della Sera, nei giorni scorsi il militare ne ha pubblicati alcuni sul sito di Memri (Middle East Media Research Institute), un think tank da lui fondato e presieduto. Per Carmon si tratta di una vicenda che "inizia a diventare una tempesta politica" e che portare "alla caduta di Netanyahu".

I documenti hackerati dal ‘Project Ravenp

Le carte, pubblicate da sito investigativo francese Blast qualche tempo fa, sarebbero state hackerate da un’organizzazione finanziata dagli Emirati Arabi Uniti, documenti interni del governo qatariota che dimostrerebbero il pagamento in contanti di decine di milioni di dollari al premier israeliano.

All’origine del ritrovamento e della diffusione di questi file riservati c'è infatti il ‘Project Raven', una squadra di esperti informatici composta in gran parte da ex agenti dei servizi segreti americani reclutati dagli Emirati. L'obiettivo era quello di sorvegliare attivisti critici nei confronti della monarchia e anche tenere d’occhio altri governi, come quelli di Turchia, Francia, Iran, Yemen, Qatar, Libano e, appunto, Israele.

Tra i documenti recuperati, ce ne sarebbero due particolarmente rilevanti: una lettera del 2012, in cui il ministro delle Finanze di Doha parla di un finanziamento da 15 milioni di dollari "a Benjamin Netanyahu, capo del Likud, come partecipazione nel sostegno della prossima campagna elettorale". E una seconda, del 2018, che riferisce di altri 50 milioni i soldi versati dal Qatar al premier israeliano.

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