Soldato russo si arrende, le donne ucraine gli offrono da mangiare e gli fanno chiamare la madre a casa
Un pasto caldo e un tè, prima di videochiamare la madre per dirle che sta bene, che è vivo. È quanto accaduto a un soldato russo che è stato accolto da un gruppo di donne ucraine che lo hanno prima rassicurato e poi sfamato, e infine gli hanno prestato un cellulare per poter contattare la sua famiglia. La scena è stata ripresa in un video e poi postata su diversi canali social ucraini fino a giungere al corrispondente da Mosca per il "Wall Street Journal" Matthew Luxmoore che lo ha condiviso sul proprio profilo Twitter.
Le immagini mostrano il giovane soldato russo, piuttosto spaventato, mentre mangia un pasto portatogli dai residenti del posto e sorseggia un tè caldo. Evidentemente provato dai giorni di battaglia trascorsi in strada al freddo e con poco cibo, il militare, seppur a tratti confuso e spaventato, accetta quando gli viene offerto, compresa la possibilità di chiamare sua madre. Il giornalista del quotidiano statunitense non specifica dove sia stata ripresa la scena né se il soldato sia stato catturato o si sia arreso, magari proprio perché affamato. Accanto a lui però ci sono due donne e diversi uomini, tutti ucraini, alcuni dei quali anche armati: la più anziana gli porta del cibo mentre la secondo gli fornisce un cellulare per chiamare la madre. Quando quest'ultima risponde è proprio lei a prendere parola perché il figlio soldato, sopraffatto dall'emozione, scoppia in un pianto che non riesce a trattenere. "Non preoccuparti Natasha, tuo figlio è vivo e vegeto. Ti chiamerà dopo", le parola della ragazza ucraina che conforta la donna al telefono.
Una scena che conferma il racconto di fonti americane che vorrebbero l'esercito russo piuttosto provato da questi giorni di battaglia, un esercito affamato e stanco formato in larga parte da giovani, spesso adolescenti e bambini, che non conoscono la guerra e forse nemmeno la comprendono. Ormai nota la conversazione tra un giovane soldato russo, poi morto, e sua madre, letta durante la prima riunione d'emergenza delle Nazioni Unite dall'ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya: "Mamma, sono in Ucraina. C'è una vera guerra che infuria qui. Ho paura. Stiamo bombardando tutte le città, prendendo di mira anche i civili. Ci avevano detto che ci avrebbero accolto… Ci chiamano fascisti. Mamma, è così difficile". A ricordare il numero dei soldati russi morti finora che sarebbero più di 5mila anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "Siete tutti ragazzi giovani, non volete morire qui. Lo so molto bene. Non avete idea di dove state andando… Quindi arrendetevi, ragazzi. Vi daremo da mangiare, vi daremo acqua, nessuno vi molesterà. A differenza di voi, noi non uccidiamo persone non armate".