Sodomizzati a sangue con i trapani, anche bimbi di meno di 10 anni. Anche questa è Siria
“Quando ero detenuto in Siria sono stato torturato in ogni modo possibile. Eravamo 80 persone in una cella senza luce, completamente nudi. Di notte ci appendevano per le mani e ci torturavano con l'elettricità ai genitali. Mi hanno sodomizzato con un palo di ferro…entravano nella cella per violentarci però era buio e non potevamo vederli. Tutto ciò che sentivamo erano gli altri detenuti che urlavano: ʻBasta…sto sanguinando, fermatevi’. Pensavo che ci avrebbero uccisi tutti”. Lo spaventoso racconto di Tarek (nome di fantasia), un omosessuale siriano fuggito in Giordania, è contenuto nell'ultimo rapporto dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati sugli stupri subiti da uomini e ragazzi nelle carceri di Assad. Ma a macchiarsi di orribili sevizie sessuali sono stati anche i miliziani dei gruppi armati, compresi i jihadisti dell’Isis.
Sarah Chynoweth, l’autrice dell’inchiesta, ha incontrato circa 200 profughi siriani in Giordania, Libano e nel Kurdistan iracheno. Il quadro che emerge è terrificante. Almeno il 20 per cento dei ragazzi intervistati ha confermato di essere stato vittima di qualche forma di molestia sessuale. Secondo quanto hanno affermato un gruppo di donne rifugiate in Giordania, dal 30 al 40 per cento di tutti gli uomini adulti nella loro comunità avevano subito violenza carnale durante la detenzione in Siria. Dagli stupri non si sono salvati neppure i più piccoli e gli anziani: sono stati riportati casi di abusi a bambini di 10 anni e uomini di 80. Gay, lesbiche. bisessuali e transgender hanno raccontato di aver sofferto ogni genere di brutalità non solo mentre si trovavano in Siria ma anche nei Paesi in cui hanno cercato asilo.
“Temevo che pochi rifugiati avessero sentito parlare di queste storie e che comunque non mi avrebbero mai rivelato niente di un argomento così tabù. Mi sbagliavo di grosso”, scrive Chynoweth. Il suo viaggio è iniziato nell'ottobre del 2016 a Erbil, la capitale del Kurdistan iracheno. Qui la ricercatrice, dopo essersi guadagnata la fiducia dei rifugiati, ha cominciato a chiedere se fossero a conoscenza di violenze sessuali sugli uomini in Siria. “Mi guardarono increduli – continua – come se non potessero credere che stessi facendo una domanda così ovvia. La loro risposta fu disarmante: ʻSì, certo. Sta succedendo ovunque. Tutte le parti [del conflitto] l’hanno fatto’”.
"Uno dei miei zii è stato arrestato in Siria”, ha raccontato Ahmed. “Pochi mesi dopo il rilascio, con le lacrime agli occhi, ci ha detto di essere stato torturato in ogni parte del corpo con un trapano. Era stato abusato sessualmente nei modi più atroci. Dopo la galera è diventato alcolizzato ed è morto per un’insufficienza epatica”. Per Farid, un rifugiato siriano di origine palestinese, la violenza sessuale sembra rispondere ad una strategia. “In prigione gli abusi sono sistematici. Penso abbiano avuto istruzioni per commettere gli stupri. E’ successo a troppi e nello stesso modo”. La commissione internazionale d’inchiesta sulla Siria, ha dichiarato che nei centri di detenzione a Damasco, Homs e Aleppo uomini e ragazzi hanno subito torture di carattere sessuale. Ma non è solo il regime di Assad ad aver commesso crimini contro l’umanità. Per l’organismo delle Nazioni Unite, istituito nel 2011 per indagare le violazioni dei diritti umani nel Paese mediorientale, anche i miliziani dell’Isis e degli altri gruppi armati sono responsabili di stupri, altre forme di violenza sessuale, torture e atti inumani.
In Giordania, l'autrice del rapporto ha incontrato un gruppo di psicoterapeuti specializzati nel trattamento dei sopravvissuti alla tortura. Secondo gli analisti, lo scopo delle sevizie sessuali è quello di infliggere un profondo dolore psicologico e distruggere l’autostima della vittima. In luoghi come la Siria – hanno precisato gli psicoanalisti – dove le relazioni tra persone dello stesso sesso sono severamente proibite e i ruoli tradizionali di genere sono radicati, l'uso della tortura di tipo sessuale contro uomini e ragazzi “non stupisce”. I gruppi armati – coincidono le testimonianze raccolte nel rapporto dell'Unhcr – hanno compiuto gli stupri con l'obiettivo di terrorizzare e soggiogare i civili. “Mio cugino di 10 anni fu rapito mentre stava andando a comprare il pane”, ha affermato Adel, un profugo siriano in Libano. “Ad un certo punto arrivarono quelli del Daesh (acronimo arabo per indicare l'Isis, ndr) e lo portarono via assieme agli altri. Sono stati tutti violentati. Non sappiamo il perché”. Nel governatorato di Deir ez-Zor, fino a poco tempo fa uno dei feudi del sedicente Stato islamico in Siria, il capo della comunità locale venne arrestato e condotto in una casa. Qui, dopo essere stato picchiato, fu sodomizzato con un tubo di gomma davanti a tutti. Pochi giorni dopo il suo rilascio, scappò dalla città non riuscendo a superare la vergogna e lo stigma sociale provocato dallo stupro.
Tra le tante storie contenute nel documento dell’Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati sale alla luce anche un’altra drammatica realtà. Molte dei siriani abusati sessuali in patria hanno dovuto sopportare violenze anche nei Paesi in cui speravano di essere al sicuro. “Per le persone come me è molto dura – ha confessato Aras, una transgender siriana. “Soffro d’asma e quando ho dei forti attacchi mi capita di svenire. Un giorno ho perso conoscenza e hanno cercato di violentarmi, sono sopravvissuta però la prossima volta chissà cosa può succedere”. E le violenze sessuali indiscriminate a donne e uomini, indica il rapporto, sono una delle cause che hanno portato migliaia di siriani alla fuga. “La ragione principale per cui siamo scappati – ha ammesso Lara – non è stata la paura dei bombardamenti o dei proiettili. Il motivo principale è stata la paura di perdere il nostro onore, la paura di essere abusati, tutti noi, le nostre figlie e i nostri uomini”.