Terremoto Myanmar, per l’Oms servono 8 milioni di dollari. Il figlio di Aung San Suu Kyi: “Non ho sue notizie”

Continuano le operazioni di soccorso e ricerca in Myanmar, dove un sisma di magnitudo 7.7 ha raso al suolo interi villaggi nella giornata del 28 marzo. Nelle scorse ore sono state tratte miracolosamente in salvo alcune persone che dopo 72 ore sono state trovate vive tra le macerie degli edifici: le vittime sono circa 2000, anche se il bilancio è destinato a salire con il passare dei giorni. Non è nota neppure la quantità di dispersi e feriti.
Terremoto in Myanmar, ospedali al collasso, per l’Oms occorrono 8 milioni di dollari
Gli ospedali, o quel che ne resta, sono al collasso e senza la strumentazione necessaria per assistere tutti coloro che ne hanno bisogno. Per l'Oms il terremoto è "un'emergenza di massima gravità" che richiederà 8 milioni di dollari per salvare vite umane e prevenire epidemie nei prossimi 30 giorni. L'elevato numero di vittime e di traumi, ha sottolineato l'Oms, comporta un elevato rischio di infezioni. A questo si aggiunge poi il rischio di malattie: secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, questa è una crisi di grado 3, il livello di attivazione più alto nell'ambito del "Quadro di risposta alle emergenze".

Per rispondere alle necessità dei cittadini, sono necessari 8 milioni nei prossimi 30 giorni, senza contare il denaro necessario per la ricostruzione di quasi un intero Paese e per le ricerche dei dispersi. Milioni di bambini sono a rischio secondo quanto ricorda la direttrice generale dell'Unicef Catherine Russel. "In un contesto già di privazioni dovuto alla guerra civile, molti minori hanno perso in pochi attimi famiglie, casa e accesso ai servizi essenziali. L'Unicef chiede fondi urgenti per aumentare la fornitura di aiuti salvavita ai bambini e alle famiglie colpite dal terremoto. Serve acqua potabile, cure mediche, sostegno psicosociale e istruzione d'emergenza" ha concluso Russel.
Situazione critica nelle carceri: nessuna notizia dell’ex leader del Myanmar Aung San Suu Kyi
Grave anche la situazione dei carcerati tra i quali vi è Aung San Suu Kyi, ex leader del Myanmar, prigioniera ormai da 4 anni dopo il colpo di Stato che ha portato all'imposizione del governo militare. Il figlio di Aung San Suu Kyi ha riferito alla Bbc di non avere notizie dello stato di salute della madre, detenuta in una cella di Nay Pyi Taw al momento del sisma.

Secondo il figlio dell'ex leader politica, il carcere non sarebbe stato particolarmente danneggiato dal terremoto ma non vi è modo di avere conferma. "Non bisogna fidarsi dei generali – ha sottolineato il figlio della politica premio Nobel al telefono dagli Stati Uniti in un'intervista al Corriere della Sera -. I militari hanno avuto diverse occasioni per redimersi, come l'inondazione causata a settembre dello scorso anno dal passaggio del tifone Yagi, eppure il loro comportamento non è cambiato in nessun modo. Hanno usato gli aiuti internazionali a loro vantaggio o come un'arma contro la popolazione. Chi è considerato un nemico resta ai margini, non ottiene neppure le briciole".
"Da lei – spiega – ho ricevuto una sola lettera in quattro anni. Continuo a scriverle e mandarle pacchi ma le autorità le impediscono di rispondere. I militari dicono di averla spostata ai domiciliari ma è una bugia: per quanto ne so è in carcere da 4 anni. Non capisco come si possa prestare fede a quello che dicono i generali. Gli aiuti umanitari per il terremoto? Se non ci sarà un controllo, i militari si impadroniranno di ogni cosa e i destinatari non avranno niente".