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Siria, ucciso il numero 2 di al-Qaeda: era genero di Osama bin Laden

Abu Khayr al-Masri, 59 anni, egiziano, colpito a Idlib, era il vice di Al-Zawahiri: viaggiava su un’auto che sarebbe stata centrata da un missile sparato da un drone americano.
A cura di Biagio Chiariello
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Abu Khayr al-Masri, numero due di Al-Qaeda, genero di Osama bin Laden e possibile erede del leader supremo Ayman Al-Zawahiri, è stato ucciso nel nord-ovest della Siria. Lo riferiscono fonti jihadiste citate dal sito del Guardian. Le circostanze della morte del 59enne, noto anche con il nome Ahmad Hasan Abu al Khayr, sono ancora poco chiare. Al Masri viaggiava su un'auto che sarebbe stata centrata in pieno da un missile sganciato da un drone americano vicino a Idlib, secondo le fonti jihadiste. In particolare, la sua uccisione "in un raid della coalizione dei crociati" in Siria è stata comunque confermata in un comunicato dalla neonata formazione Hayat Tahrir al-Sham, gruppo guidato da Jabhat Fateh al-Sham, ex Jabhat al-Nusra (affiliato ad al-Qaeda). Ma per ora non vi sono conferme da parte statunitense: il Pentagono, infatti, si è limitato a confermare il raid nel nord-ovest della Siria, ma senza precisare chi fosse l’obiettivo.

Abu Khayr al-Masri aveva cominciato la sua carriera jihadista Anni Ottanta, diventando in poco tempo uomo di fiducia di Al-Zawahiri, anche lui egiziano. Dopo averlo seguito in Afghanistan, era entrato nel Consiglio della Shura di Al-Qaeda, l’organo dirigente.  Nel 2001, prima degli attacchi alle Torri Gemelli era  fuggito dall’Afghanistan all’Iran. Due anni dopo era stato arrestato e detenuto nelle carceri dei servizi segreti. Ma nel settembre del 2015 era stato rilasciato e aveva raggiunto la Siria via Turchia o Iraq. Negli ultimi mesi era riuscito a rinverdire Al-Qaeda locale, facendone un gruppo assai temuto, capace secondo Al-Zawahiri di contrastare anche l’Isis. La morte di al-Masri – ha detto l'esperto Hisham al-Hashimi al giornale britannico – "è tanto importante quanto quella di bin Laden", ucciso in un blitz delle forze speciali Usa ad Abbottabad, in Pakistan, nel maggio 2011. "Era il leader ideologico del gruppo in Iraq, Siria e Yemen e – ha sottolineato – il numero due dell'organizzazione a livello globale".

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