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Siria, se due bombe su mercati e oltre 50 vittime civili non importano più a nessuno

Attacchi aerei su due mercati del nord-ovest della Siria fanno una strage di civili. E i negoziatori dell’opposizione annunciano di voler abbandonare i colloqui di pace in corso a Ginevra.
A cura di Mirko Bellis
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bombardamento mercato Maarat al-Numan

Oltre cinquanta persone sono morte ieri nella regione di Idlib, in Siria, nel corso di due bombardamenti compiuti dalle forze che sostengono il presidente Bashar al-Assad. Secondo fonti locali riportate da Al Jazeera, più di quaranta persone sono state uccise nella città di Maarat al-Numan, roccaforte dei ribelli. Il bilancio dell'attacco aereo su un mercato nella vicina città di Kafr Nubl è invece di 10 vittime. Tra i morti ci sono anche cinque bambini e quattro donne.

"L'attacco aereo al mercato ortofrutticolo centrale di Maarat al-Numan si è verificato a mezzogiorno di ieri. Nello stesso momento, un altro raid ha colpito il mercato di Kafr Nubl", ha dichiarato ad Al Jazerra uno dei soccorritori. Molti dei feriti sono in gravi condizioni e il bilancio delle vittime è destinato a salire. Al momento non si conosce ancora se i bombardamenti sono stati compiuti dall'aviazione siriana o da aerei da guerra russi.

La fragile tregua tra il regime di Damasco e i principali gruppi ribelli, entrata in vigore a fine febbraio, è appesa ad un filo. Secondo Rami Abdulrahman, capo dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, gli attacchi aerei sono stati tra i più mortali degli ultimi mesi, da quando cioè è iniziato il cessate il fuoco. Vista l’offensiva dell’esercito di Bashar al Assad contro i civili, l’Alto comitato per i negoziati dell'opposizione siriana (Hnc) ha detto che la sua delegazione stava lasciando Ginevra.  Riad Hijab, a capo dei negoziatori, aveva già avvertito nei giorni scorsi che avrebbe abbandonato i colloqui di pace in corso se gli attacchi contro le città ribelli non si fossero fermati. E continui combattimenti tra ribelli e le forze del regime si sono verificati anche nella provincia di Latakia – bastione di Assad – dopo che i gruppi armati degli insorti hanno lanciato un'offensiva congiunta accusando il regime di aver violato la tregua.

La pressione sui negoziatori da parte delle milizie combattenti è molto forte. Una lettera inviata alla delegazione presente a Ginevra da una non specificata "fazione armata rivoluzionaria" chiedeva ai delegati dell’opposizione “di mantenersi fermi e decisi sulle richieste da fare e di non accontentarsi di mezze soluzioni”. Per il fronte anti-Assad la rinuncia del presidente siriano rimane un punto inderogabile. Il governo di Damasco, da parte sua, ha già fatto sapere invece che il futuro di Bashar al Assad non è in discussione. I continui attacchi dell’esercito rischiano ora di far saltare definitivamente i colloqui di pace per porre fine ad una sanguinosa guerra civile costata quasi 300.000 morti e milioni di profughi.

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