Siria, scoperta fosse comune a Duma: “Dentro ci sono 30 cadaveri”
Una fossa comune con 30 cadaveri è stata scoperta a Duma, a est di Damasco, in Siria. Lo riferiscono fonti della tv di Stato vicine all'esercito locale. Il ritrovamento è stato effettuato nello stesso sobborgo dove lo scorso 7 aprile si sarebbe verificato un attacco chimico, con gas tossici, attribuito al governo di Assad, l'ennesimo secondo una parte della comunità internazionale. La notizia arriva a pochi giorni dall'attacco congiunto di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna nel paese mediorientale, che sta tenendo col fiato sospeso l'opinione pubblica mondiale.
Proprio a Duma sono entrati nelle ore immediatamente precedenti la scoperta gli ispettori dell'Opac, esperti Onu in armi chimiche, accompagnati dalla polizia siriana presente sul posto per la loro prima visita sul luogo del presunto attacco chimico. Da giorni si attendeva, infatti, l'avvio della missione degli esperti giunti venerdì scorso a Damasco con il mandato di verificare la fondatezza delle accuse rivolte al governo locale di aver fatto uso di armi chimiche. Per "ragioni di sicurezza" Assad e le autorità russe nel paese non avevano dato il via libera alle Nazioni Unite di rilasciare l'autorizzazione formale agli ispettori Opac per recarsi a Duma. Fino alla scoperta della fossa comune. Secondo la Francia, il loro arrivo era necessario "prima che sparissero le prove" del presunto attacco.
Tuttavia, il presidente russo Vladimir Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno avuto una conversazione telefonica per sottolineare "l'importanza di indagini approfondite e imparziali" da parte dalla missione Opac in Siria. "Entrambe le parti hanno espresso la volontà di promuovere la ripresa degli sforzi politici e diplomatici sul dossier siriano, compresi quelli nei formati di Ginevra e Astana, e di portare avanti i contatti bilaterali in questo senso", ha affermato il Cremlino come riporta l'agenzia di stampa Tass.