Siria, Ong denuncia: raid russi su Idlib, 78 morti tra i civili
Non si arrestano i bombardamenti russi e degli aerei governativi del regime di Assad su Idlib, la città della Siria nord-occidentale, situata vicino al confine con la Turchia, in questi giorni al centro di una violenta offensiva dei lealisti. Secondo quanto riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), la Ong siriana con sede a Londra, solo nelle ultime 24 ore nella regione ci sarebbero stati almeno 78 civili uccisi dalle bombe durante i raid aerei. Nel dettaglio, secondo la Ong che cita fonti mediche locali, 52 persone, tra cui molte donne e bambini, sono morte ieri nei raid su Maarrat an Numan, cittadina poco più a sud del capoluogo Idlib. Altre 26 persone invece sarebbero state uccise nei raid su Kafranbel, località a sud-ovest di Idlib.
Secondo le stesse fonti salirebbero così a circa 300, di cui 93 bambini e 55 donne, i civili uccisi nella zona dal 20 ottobre scorso a seguito dalla campagna aerea russa-governativa nella regione che è sotto il controllo dei ribelli. Non si contano invece i feriti che avrebbero superato il migliaio di persone tra cui molti in condizioni disperati o con danni permanenti.
Intanto la battaglia continua a imperversare anche ad Aleppo dove l'esercito siriano ha conquistato nella notte un altro quartiere e controlla adesso circa due terzi della parte orientale della città. Anche in questo caso i bombardamenti delle forze del regime, raccontano alcuni testimoni, sono stati violenti e ininterrotti e hanno costretto alla fuga centinaia di civili ancora presenti in zona. Proprio di Aleppo discuterà oggi il Consiglio di sicurezza dell'Onu per varare una risoluzione che chieda una tregua delle ostilità di almeno sette giorni e un corridoio umanitario per raggiungere la popolazione assediata. "Tutti i ribelli dell'opposizione che si rifiuteranno di lasciare la parte assediata di Aleppo saranno trattati alla stregua di terroristi e la Russia appoggerà le operazioni dell'esercito siriano contro tutti i combattenti dell'opposizione che rimarranno ad Aleppo-Est" ha avvertito però il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in attesa di un nuovo incontro con i diplomatici Usa.