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Siria: Nato invia aerei e navi in aiuto della Turchia, all’Onu accordo su negoziati

La Nato ha dato il via libera al dispiegamento di caccia, droni e navi a sostegno della Turchia nell’area. Intanto raggiunto un accordo su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu per la transizione politica a Damasco.
A cura di Antonio Palma
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La Nato corre in soccorso della Turchia dando il via ad un nuovo dispiegamento di forze armate nell'area al confine con la Siria. Secondo quanto comunicano fonti dell'Alleanza Atlantica, infatti, questa sera il consiglio di Difesa Nato ha dato il via libera all'invio di aerei radar, caccia e navi da guerra nel Mediterraneo orientale per incrementare la difesa della Turchia, membro dell'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord. La misura, che era stata già annunciata nei giorni scorsi su richiesta della stessa Turchia, prevede lo schieramento di aerei Awacs, jet e unità navali della marina militare statunitense. Il provvedimento formalmente è stato giustificato in "considerazione della situazione instabile della regione". La missione infatti avrebbe la duplice funzione di difendere la Turchia e intensificare la campagna militare della coalizione a guida Usa contro lo Stato islamico in Siria e in Iraq.

Certamente la mossa però rappresenta anche una netta presa di posizione della Nato nel caso della controversia tra Turchia e Russia dopo il caso del jet di Mosca abbattuto dall'aviazione di Ankara al confine con la Siria per un presunto sconfinamento. Il Cremlino da giorni minaccia la Turchia di ritorsioni a livello commerciale ma anche a livello militare con il Presidente Putin che ha deciso di interrompere qualsiasi rapporto con Ankara. “Forse Ankara abbattendo il nostro caccia voleva fare cosa gradita agli Usa" ma "che provi ora a violare lo spazio aereo siriano” ha dichiarato nelle scorse ore il leader russo dopo aver rinforzato le difese aeree nell'area.

Accordo su risoluzione Onu per la Siria

Intanto però il dialogo a livello internazionale sul caso della Siria prosegue. Buone notizie arrivano dall'Onu dove dopo giorni di trattative intense si è giunti finalmente ad un accordo. Secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, infatti, i ministri degli Esteri di 17 paesi del Gruppo Internazionale di Sostegno sulla Siria, riuniti a New York, hanno concordato il testo di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu per una transizione politica a Damasco. In particolare le cinque potenze con diritto di veto hanno assicurato il loro voto favorevole. Il provvedimento prevede tra le altre cose l’inizio del processo di pace a gennaio e chiede all’Onu di portare al tavolo del negoziato sia il regime di Bashar Assad sia l’opposizione.

"La riunione sulla Siria è stata difficile ma si è conclusa bene con l'accordo sulla necessità di andare avanti e dare un forte mandato all'inviato speciale Onu Staffan de Mistura per avviare il negoziato tra i rappresentanti dell'opposizione e del regime" ha dichiarato la rappresentante dell'Ue Federica Mogherini, aggiungendo: "Ci aspettiamo che questo avvenga nel mese di gennaio". Durante il vertice sulla Siria a New York "si è parlato della questione del futuro di Bashar al Assad, ma la posizione russa è stata molto chiara, ossia che questo summit non era su Assad ma sul cercare di trovare un'opposizione accettabile per i negoziati e un accordo sulla lista dei gruppi terroristici. Speriamo che il governo di Damasco e l'opposizione abbiano l'opportunità di iniziare i negoziati in gennaio" ha riferito invece il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov.

Obama: "Sconfiggeremo l'Isis, Assad deve andare via"

"Sconfiggeremo l’Isis con la sistematica riduzione delle loro risorse, strappando loro il territorio, togliendo di mezzo i leader e smantellando le infrastrutture. Non avranno alcun posto sicuro" lo ha dichiarato il presidente Usa Barack Obama nella conferenza stampa di fine anno alla Casa Bianca, ammettendo che è difficile stanare i lupi solitari ma rassicurando gli americani: "Il nostro lavoro più importante è mantenere la sicurezza dell’America ma dobbiamo rifiutarci di avere paura".  "Assad deve lasciare per far sì che nel Paese si metta fine al bagno di sangue. Non ci sarà pace senza un governo legittimo" ha sottolineato poi Obama parlando di Siria e confrontandola con il caso della Libia: "Chi dice che avremmo dovuto lasciare Gheddafi dimentica che aveva perso legittimità, se lo avessimo lasciato avremmo un’altra Siria in Libia".

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