Siria, l’ultima intervista di Hevrin Khalaf prima della morte: “Turchia ostacola la pace”
"Le minacce turche ostacolano i nostri sforzi per trovare una soluzione pacifica alla crisi siriana" così si era espressa nell'ultima intervista Hevrin Khalaf, l'attivista ed esponente politico barbaramente trucidata nelle scorse ore insieme ad autista e collaboratore sull’autostrada M4, tra Manbij e Qamishlo, mentre si dirigeva a un appuntamento del neonato partito Partito per il Futuro della Siria di cui era diventata segretario generale. L'attivista, paladina dei diritti delle donne in un paese dove troppo spesso sono vittime di discriminazione, da tempo si batteva per la pacificazione fra curdi, cristiano-siriaci e arabi nella regione ormai martoriata da una guerra civile senza fine. Un impegno che ha cercato di portare avanti fino all'ultimo, ricordando pochi giorni prima di essere uccisa la minaccia che incombeva sui suoi progetti di pace: l'invasione della Turchia, poi puntualmente avvenuta.
L'attivista stava partecipando a un congresso del Centre of Diplomatic Studies and consultation una settimana prima della sua morte quando ha criticato apertamente Ankara. "Durante il periodo di dominio dell'Isis alle frontiere, la Turchia non ha visto questo come un pericolo per la sua gente. Ma ora che c'è un'istituzione democratica nel Nord Est della Siria, loro ci minacciano con l'occupazione" aveva spiegato Hevrin Khalaf . Secondo fonti curde, ad ucciderla e accanirsi sul sui cadavere sarebbero state propria milizie integraliste sostenute dalla Turchia, arrivati in quella zona che lei stava attraversanso in fuoristrada proprio in appoggio all'avanzata turca.
Nelle ore del tremendo agguato infatti quel il tratto di strada era sotto il controllo del gruppo jihadista Ahrar al-Sharqiya, una delle tante formazioni armata della Guerra in Siria, composta da ex appartenenti ad Al Qaeda (al Nusra) e alleata della Turchia. Nelle ore immediatamente precedenti lo stesso gruppo si sarebbe reso responsabile di altre esecuzioni sommarie di civili inermi che attraversavano la zona. Esecuzioni sommarie riprese in alcuni video diffusi online dove si vedono uomini armati e in divisa militare che fanno inginocchiare e giustiziano uomini urlando di gioia o finiscono con un colpo intesta i feriti. In altri casi si accaniscono cui cadaveri come nel filmato che riprende i momenti immediatamente successivi all'uccisione di Hevrin Khalaf, quando la donna è tirata fiori dall'auto crivellata di colpi.