Siria, inizia l’evacuazione dei civili da Aleppo. Miliziani sparano sulle persone in fuga
Ha avuto inizio l'evacuazione di Aleppo: dopo quasi sei anni di guerra e migliaia di vittime tra la popolazione civile dalla città siriana è cominciata una fuga che coinvolgerà migliaia di persone. Il capo di Stato maggiore russo Valeri Gherasimov, citato dalla Tass, ha riferito: "E' iniziato il ritiro di 5.000 miliziani e dei membri delle loro famiglie dai quartieri di Aleppo est. Per il ritiro dei miliziani – ha aggiunto il generale – è stato organizzato un corridoio umanitario. L'itinerario del corridoio è lungo 21 chilometri, di cui sei passano per il territorio di Aleppo occupato dalle forze governative e 15 vanno verso ovest attraverso il territorio controllato dalle formazioni armate illegali". Gherasimov ha aggiunto che l'evacuazione viene eseguita "su decisione del comandante in capo delle forze armate russe, presidente russo Vladimir Putin". Secondo il generale, per il ritiro dei miliziani da Aleppo vengono usati 20 autobus e dieci ambulanze nonché i mezzi di trasporto dei miliziani stessi, circa 100 automobili. La possibilità di mettersi in salvo, dunque, passa anche per non pochi rischi, tanto che 4 civili sono stati uccisi ed altri 4 feriti a causa dei colpi esplosi da alcuni miliziani verso il convoglio sul quale erano in fuga.
50mila civili in fuga da Aleppo
L'evacuazione della città dovrebbe coinvolgere non meno di 50mila civili, che verranno per lo più ospitati in Turchia. Ad essi si aggiungeranno altri 5 mila uomini facenti capo alle milizie ribelli e decisi ad arrendersi data la sproporzione delle forze sul campo di battaglia. Dal 15 novembre, infatti, l'aviazione siriana ha intensificato i bombardamenti appoggiata dalla Russia e liberato diversi quartieri orientali, provocando un alto numero di vittime tra i civili e non risparmiando neanche ospedali e scuole.
Onu: "I soldati di Assad entrano nelle case e uccidono gli occupanti"
La situazione è diventata giorno dopo giorno più grave, fin quando l'Onu – nei giorni scorsi – non ha lanciato un grido di allarme parlando di "carneficina in corso", cadaveri "macellati e abbandonati nelle strade". Aleppo è diventata il simbolo della riconquista del paese da parte del regime di Assad, ma se di vittoria si tratta quel che è certo è che è avvenuta sulla carne di migliaia di innocenti. Amnesty ha ripetutamente parlato di "crimini di guerra", mentre la comunità internazionale ha intimato alla Siria di tenere a freno i suoi soldati e garantire la protezione ai civili e alla Russia di moderare i bombardamenti aerei.
Mentre Damasco e Mosca esultano, dichiarando che il governo siriano ha ormai il pieno controllo della situazione, l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Al Hussein, ha esortato il mondo ad ascoltare "il pianto delle donne e dei bambini terrorizzati e macellati ad Aleppo", e rivelato che numerosi civili che erano riusciti a fuggire sono "stati catturati e uccisi sul posto", mentre altri sono stati arrestati dai governativi. I militari "entrano nelle abitazioni e uccidono chiunque si trovi all'interno, anche donne e bambini. Ieri sera abbiamo ricevuto inquietanti rapporti di numerosi corpi che giacevano per le strade – ha continuato l'Unhcr – e in tutto, fino a ieri sera, abbiamo ricevuto segnalazioni di almeno 82 civili, tra cui 11 donne e 13 bambini, uccisi dalle forze pro-governative in quattro diversi quartieri".