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Siria, 26 morti a Daraa. La polizia apre il fuoco sulla folla dopo il funerale dei contestatori

Ancora violenze in Siria, con l’uccisione di 26 persone durante i funerali dei ribelli che si contrappongono al regime di Bashar al-Assad. Il presidente afferma che nel paese sono in corso importanti riforme, ma la gente scende in piazza.
A cura di Alessio Viscardi
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A Syrian immigrant living in Bulgaria sh

26 persone uccise dalla polizia subito dopo i funerali dei 17 contestatori uccisi in Siria nella giornata di venerdì. Le forze dell'ordine hanno aperto il fuoco sulla folla che si era radunata in protesta per disperderli. Altri due manifestanti sono morti a Homs, dopo una manifestazione pacifica. Le denunce arrivano dalle Ong operanti nel paese, sabato una folla di contestatori si era radunata nei pressi della moschea di Omani nella città di Daraa, fulcro delle proteste contro il regime di Bashar al-Assad. Dopo il funerale dei contestatori uccisi venerdì, un gruppo di manifestanti ha iniziato a intonare canti e slogan contro il presidente e la polizia ha cominciato a sparare per uccidere.

Dall'alba di domenica, violenti scontri si susseguono in tutta la Siria. Almeno cinque persone sono state ferite a Benias, nei pressi della moschea. I testimoni riferiscono che durante la preghiere dell'alba, almeno sette automobili con uomini di Assad sono arrivate nei pressi della moschea e hanno aperto il fuoco contro i fedeli radunati all'interno. I testimoni riferiscono che cinque persone sono rimaste ferite, tra cui un medico e un professore universitario.

Secondo il presidente Bashar al-Assad, in Siria è cominciato un commino di riforme. In un colloquio con il ministro degli esteri bulgaro, Nikolai Mladenov, il presidente siriano ha detto di volersi ispirare all'esperienza dei paesi europei. Tra le riforme programmate dal presidente, l'abrogazione della legge di emergenza approvata nel 1963 e la concessione di libertà pubbliche finora vietate. Una commissione giuridica è già al lavoro per elaborare una legislazione da sostituire a quella vigente d'emergenza. Infine, prevista un riforma per favorire il pluralismo dei partiti e nuove concessioni alla libertà di stampa.

Intanto, la televisione di stato della Siria accusa Arabia Saudita e Giordania di organizzare e fomentare le rivolte nel paese contro Assad, in combutta con gli Stati Uniti e Israele – che avrebbero fornito le armi ai ribelli.

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