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Si sottopongo a trapianto per salvarsi ma scoprono di essere positivi al test Hiv: scandalo in Brasile

Il grave caso di malasanità che ha coinvolto diversi pazienti curati negli ospedali di Rio de Janeiro, in Brasile, a cui sarebbero stati impiantati organi mai controllati né sottoposti ai consueti test. Una ditta privata certificava i test mai avvenuti dando il via libera agli organi mai controllati.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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Si erano sottoposti a trapianto di organi per risolvere gravi patologie di cui erano affetti ma, dopo l’intervento, si sono ritrovati positivi al test Hiv. È la terribile storia di almeno sei pazienti curati negli ospedali di Rio de Janeiro, in Brasile, a cui sarebbero stati impiantati organi mai controllati né sottoposti ai consueti test. "E' una situazione senza precedenti", fa sapere la segreteria della Salute di Rio de Janeiro ricordando che il servizio locale dei trapianti "ha sempre svolto un lavoro di eccellenza e, dal 2006, ha salvato la vita di oltre 16mila persone.

Coinvolti pazienti con trapianti di rene, fegato e cuore. Il primo caso è stato segnalato il 10 settembre scorso, secondo Bandnews. Due donatori che sulla carta erano risultati negativi al test HIV al momento della loro morte, erano sieropositivi. Il paziente che aveva ricevuto un cuore ha presentato sintomi e reazioni tipiche nove mesi dopo il trapianto. Dopo essersi sottoposto a numerosi test, è risultato positivo al virus HIV.

Sul caso la Procura locale ha aperto una indagine che, come ricostruiscono i media brasiliani, vede coinvolta un’azienda privata in appalto. Come confermato ai media locali dai responsabili statali della sanità e dalla polizia, un laboratorio privato, contattato in emergenza a dicembre scorso per effettuare i test sierologici sugli organi, non avrebbe svolto alcun tipo di analisi dando il via libera a organi che erano invece positivi al test dell'Hiv.

Sul caso è scattata anche una inchiesta parallela dell'agenzia di vigilanza farmacologica locale che ha portato alla luce un dato ancora più allarmante. L’azienda infatti pare che non avesse nemmeno i kit richiesti per l'esame del sangue e non ha saputo dimostrare di averli comprati in passato. Un elemento che, se confermato, fa sorgere il sospetto che tutti gli esami documentati sugli organi e trasmessi agli ospedali locali possano essere falsi.

Il laboratorio che erogava il servizio è stato già chiuso dalla Sorveglianza Sanitaria ed è stato inoltre creato un comitato multidisciplinare per accogliere i pazienti colpiti. Tutti i campioni di sangue dei donatori conservati a partire da dicembre 2023, data in cui è stato assunto il laboratorio, vengono ora ricontrollati.

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