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Sette anni dopo la Brexit, la maggior parte degli inglesi vuole tornare nell’Unione europea

Lo mostrano i sondaggi di YouGov: la popolazione del Regno Unito si è in buona parte pentita del referendum che, il 23 giugno 2016, decise l’addio della Gran Bretagna all’Unione europea. Da allora la Brexit è stata un processo lungo e complicato che, sul piano politico, non ha dato i risultati promessi da chi la sosteneva.
A cura di Luca Pons
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Sono passati sette anni dal referendum sulla Brexit. Il 23 giugno 2016, cittadine e cittadini della Gran Bretagna votarono per abbandonare l'Unione europea. La campagna referendaria era stata lunga e combattuta, con promesse di una maggiore indipendenza politica, più soldi da dedicare a settori come il sistema sanitario nazionale, e meno burocrazia cavillosa. Alla fine, il Leave ("lasciare") vinse con il 52% dei voti contro il 48% dei Remain. Oggi, i sondaggi mostrano che l'opinione nel Paese è decisamente cambiata.

YouGov, autorevole società di rilevazione britannica, ha mostrato che se si tornasse al voto, escludendo le persone che non andrebbero alle urne o che non sanno cosa sceglierebbero, il 58,2% voterebbe per tornare nell'Ue. È da mesi che il dato è consolidato: a febbraio era ancora più alto, al 60%, il numero più alto mai registrato nei sondaggi di YouGov sull'argomento.

Non è sempre stato così. All'inizio del 2021, solo il 47% della popolazione avrebbe scelto di rientrare nell'Unione. Da allora però la crisi economica e la scarsa credibilità del governo conservatore – passato da Boris Johnson, al breve mandato di Liz Truss, all'attuale Rishi Sunak – hanno fatto nuovamente crescere i rimpianti di chi vorrebbe tornare all'Unione europea. Dall'aprile 2021 (quando le misure contro il Covid si allentarono e i vaccini iniziarono a diffondersi) a oggi, il tasso di disapprovazione del governo è passato dal 42% al 65%, sempre secondo dati YouGov. Quello di approvazione è crollato dal 37% al 15%. Non solo, ma i cittadini britannici hanno addirittura detto di recente di avere una maggior fiducia verso la Commissione europea (25%) che verso il proprio governo (24%).

Insomma, la Brexit si è dimostrata lontana dal sogno che era stato annunciato, e questo ha avuto un impatto anche sugli altri Paesi. Ad esempio, allontanando l'idea di altre ‘fughe' dall'Ue. Sia in Italia che in Francia, due Paesi che hanno sempre avuto una certa propensione all'euroscetticismo, la maggior parte della popolazione sceglierebbe di rimanere in un eventuale referendum: rispettivamente il 63% e il 62%. Il dato è anche più in alto in Germania (69%) mentre non c'è gara in Spagna (87%). Gli stessi abitanti del Regno Unito non credono che altri Paesi usciranno: il 42% pensa che sia improbabile, contro il 40% che pensa sia probabile. Sembrano dati equilibrati, ma nel 2020 i possibiliti erano il 58% e gli scettici il 26%.

Anche se la maggioranza dei britannici vorrebbe rientrare nell'Unione europea, però, l'opinione diffusa nel Paese è che questo non accadrà. In un sondaggio il 48% ha detto che lo ritiene improbabile, e solo il 33% ha risposto il contrario. Sono stati più ottimisti gli elettori dei laburisti (44% ‘probabile', 41% ‘improbabile') e più scettici i conservatori (25% ‘probabile', 59% ‘improbabile'). Anche in questo caso, però, il trend mostra un aumento di chi ritiene possibile un ritorno nell'Unione.

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