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Guerra in Ucraina

Sergei Lavrov dice che la Russia non accetterà mai truppe di “peacekeeper” NATO in Ucraina

Il Ministro degli Esteri russo Lavrov ha annunciato che non saranno accettate truppe di peacekeeper in Ucraina appartenenti a Paesi della NATO.
A cura di Davide Falcioni
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Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha escluso categoricamente la presenza di peacekeeper da paesi NATO in Ucraina, nell’ambito di un eventuale accordo di pace. Dopo i colloqui ad alto livello con gli Stati Uniti in Arabia Saudita, il numero due di Putin ha dichiarato: "La presenza di truppe sotto un'altra bandiera non cambia nulla. È, ovviamente, inaccettabile." L’incontro a Riad ha segnato il primo faccia a faccia ufficiale tra delegazioni russe e americane dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Al termine dei colloqui, Mosca e Washington hanno annunciato la creazione di gruppi di lavoro per negoziare la fine della guerra. "Oggi è solo il primo passo di un lungo e difficile percorso, ma è un passo importante", ha commentato il Segretario di Stato americano Marco Rubio.

L’Ucraina esclusa dai colloqui

La mancata partecipazione di Kiev al summit ha suscitato reazioni immediate. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso sorpresa e amarezza: "Non si può decidere la fine della guerra in Ucraina senza l’Ucraina," ha dichiarato durante una conferenza stampa in Turchia, apparendo visibilmente provato. Ma per il momento è quello che sta accadendo e persino i toni bellicosi tra Mosca e Washington degli ultimi anni ora sono tornati molto più distesi. Lavrov ha infatti annunciato che Stati Uniti e Russia nomineranno al più presto nuovi ambasciatori nei rispettivi Paesi, con l’obiettivo di ripristinare la cooperazione bilaterale. "È stata una conversazione utile. Ci siamo ascoltati e compresi," ha sottolineato il ministro russo.

Tuttavia, ha ribadito che l’eventuale ingresso dell’Ucraina nella NATO rappresenterebbe una "minaccia diretta" per Mosca. Dal canto suo, anche Rubio ha manifestato cauto ottimismo: "Sono convinto che la Russia sia disposta a impegnarsi seriamente nei negoziati", aggiungendo che saranno necessarie concessioni da entrambe le parti, senza anticipare quali.

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L’Europa spaccata

L’apertura diplomatica tra Russia e Stati Uniti ha colto di sorpresa anche i leader europei, che si sono riuniti d’urgenza a Parigi per discutere la loro posizione. Il premier britannico Sir Keir Starmer ha sostenuto la necessità di una "garanzia americana" per evitare futuri attacchi russi e ha persino ventilato l’ipotesi di inviare truppe britanniche in Ucraina. Una possibilità che invece il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito "completamente prematura". Anche il premier polacco Donald Tusk ha escluso il dispiegamento di soldati, mentre la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni – unica leader europea presente all’insediamento di Donald Trump – ha espresso scetticismo: "L’invio di truppe europee sarebbe la soluzione più complessa e meno efficace".

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