Sequestro Silvia Romano, i tour operator temono il crollo: “Il Kenya resta un paese sicuro”
Gli operatori turistici italiani di Malindi e Watamu non vogliono sentir parlare di allarme sicurezza in Kenya e in una conferenza stampa tenutasi quest’oggi al Plan Hotel di Malindi lanciano un messaggio chiaro dopo il rapimento della cooperante italiana, Silvia Romano, sequestrata martedì sera da un commando armato a Chakama. “Noi ci sentiamo sicuri. La costa del Kenya lo era prima e lo sarà ancora di più nel periodo delle festività se come tutti gli anni ci sarà una maggiore attenzione da chi garantisce la sicurezza nelle destinazioni turistiche”. È quello che assicurano le associazioni di albergatori ed imprenditori del Turismo che sorgono sulla costa del Kenya. Il rischio è che le notizie allarmanti sulla sicurezza del paese africano possano avere ripercussioni sul turismo in vista delle festività natalizie: “La vicenda della volontaria italiana, accaduta ben lontano dalle zone turistiche, ci mette addosso grande tristezza e speranza che tutto si risolva bene. Siamo preoccupati per lei”, si legge nel comunicato stampa. Ma c’è chi chiama in causa il governo kenyano invocando maggior attenzione sul piano della sicurezza durante le festività natalizie. Tra questi Philip Chai, storico manager del Billionaire, resort di proprietà dell’imprenditore italiano Flavio Briatore: “Il Ministro del Turismo, come gli anni passati, deve garantire che i turisti, locali e stranieri, possano godere appieno delle loro vacanze, come è avvenuto negli ultimi mesi”.
La contea in cui è avvenuto il rapimento si trova distante diversi chilometri dalla zona turistica del Kenya, come spiega la Presidente regionale della Kenya Association of Hotel Keeper, Maureen Awuor: “Chakama è un piccolo villaggio remoto a 80 km dalla costa dove non ci possono essere hotel o centri commerciali, semplicemente perché non c’è turismo, ne c’è mai stato. Gli unici stranieri che vanno lì, in mezzo al nulla, sono volontari”. Gli operatori turistici non credano che il rapimento sia opera dei terroristi islamici: “Eravamo certi fin dall’inizio che non si trattasse di un’operazione di Al Shabaab, ma nonostante questo c’è ancora chi ama speculare su queste notizie o lega il Kenya sempre a questo tipo di episodi. Ora è tempo solo di sperare che Silvia torni dalla sua famiglia sana e salva. Questo è l’importante”, conclude Freddie Del Curatolo, portavoce della comunità italiana. Per ora non sono arrivate cancellazioni e disdette da parte di chi ha già prenotato una vacanza a Malindi o a Watamu dove a Natale si prevede l’overbooking, con un’occupazione del 70% da metà gennaio in poi. Una magra consolazione di fronte al dramma di una giovane ragazza ancora nelle mani di gente senza scrupoli e della sua famiglia in attesa di notizie da ormai quasi 72 ore.
Articolo a cura di Gennaro Punzo.