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Sehar, la bimba di un mese morta di malnutrizione: questa foto il simbolo del dramma mondiale

Sehar Difda aveva solo un mese di vita. La piccola è morta domenica all’ospedale di Hamouria, nella Ghouta orientale. Ad ucciderla non è stata una bomba ma la malnutrizione. Il giorno prima, Ubeyde, un altro neonato è deceduto per la stessa causa. Dal 2012, l’esercito di Assad ha posto sotto assedio l’intera area a est di Damasco, ancora in mano alle forze ribelli. E per almeno 400.000 siriani, l’isolamento totale equivale ad una stretta mortale.
A cura di Mirko Bellis
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Sehar era nata 34 giorni fa. Sabato i genitori l’hanno portata all'ospedale di Hamouria, nella Ghouta orientale, a est di Damasco. Quando la neonata è arrivata pesava meno di due chilogrammi e, nonostante gli sforzi dei dottori, è spirata poco dopo. Ad ucciderla non è stata una bomba e neppure un proiettile, Sehar è morta a causa della malnutrizione. Secondo quanto ha dichiarato Yahya Abu Yahya, un medico locale, la madre era così denutrita che non era in grado di allattarla, e il padre troppo povero per comprarle del latte in polvere. Il corpicino scheletrico di Sehar è l’immagine straziante dell’isolamento totale in cui sono costretti a vivere gli abitanti a est della capitale siriana.

Da quasi cinque anni, sono almeno 400.000 i siriani sotto assedio delle truppe di Bashar al Assad. Cibo, medicinali e generi di prima necessità entrano di rado. L’ultimo convoglio delle Nazioni Unite risale al 23 settembre scorso, ma prima di allora erano almeno tre mesi che i villaggi rurali del governatorato di Damasco non ricevevano nessun aiuto umanitario. Troppo poco per poter sopravvivere di fronte all'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari provocato dal blocco: un uovo, ad esempio, costa oltre 400 libbre siriane e così gran parte della popolazione è costretta a patire la fame. Sehar non è stata l’unica a morire di inedia: il giorno prima, Ubeyde, un altro neonato è deceduto nell'ospedale di Hamouria. Per Ismail Hakeem, un medico del centro di primo soccorso Al-Hakim, nella Ghouta orientale un bambino su quattro è malnutrito.

Come già accaduto nelle città assediate di Madaya e Zabadani, la mancanza di alimenti sta portando all'aumento della mortalità infantile. Secondo i dati diffusi dal dottor Abu Yahya, negli ultimi mesi sono stati esaminati quasi 10.000 bambini dei villaggi rurali a est di Damasco: di questi 80 soffrivano una severa malnutrizione, 200 un livello acuto e circa 4000 portavano i segni di carenze nutrizionali. L'Unicef considera la ʽmalnutrizione acuta grave’ come la forma più estrema e visibile di denutrizione.

Anche sul fronte sanitario cominciano a farsi sentire gli effetti dell’assedio. "I farmaci sono costosi e non sono sufficient", ha ribadito Hakee. E centinaia di malati di cancro rischiano di morire per mancanza di medicinali.

In tutto il Paese – secondo i dati dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) – sono almeno 3,5 milioni i siriani sotto assedio o che vivono in aree difficili da raggiungere. L'Onu continua a chiedere a tutte le parti coinvolte nel conflitto di consentire l’accesso degli aiuti alle persone in difficoltà. “Possiamo e dobbiamo fare del nostro meglio per il popolo siriano", ha detto il coordinatore per le emergenze umanitarie delle Nazioni Unite, Mark Lowcock, in un recente incontro al margine dell'Assemblea Generale. "Ma l'unico modo sostenibile per affrontare la crisi umanitaria è quello di porre fine al conflitto attraverso un accordo politico credibile", ha concluso Lowcock.

La Ghouta orientale rientra tra le zone di de-conflitto stabilite dagli accordi tra Russia, Turchia e Iran. Secondo il memorandum siglato ad Astana, le tre potenze si impegnavano alla creazione di corridoi umanitari e linee di demarcazione con check-point gestiti da truppe russe, iraniane e turche (a seconda delle zone di influenza), per monitorare e garantire il rispetto dell’accordo. Ma nella Ghouta orientale, ancora sotto il controllo delle forze anti Assad, i bombardamenti dell’aviazione russa e siriana non sono mai cessati.

E se le bombe non bastano ad uccidere i siriani, ci pensa l’assedio medievale che colpisce indiscriminatamente tutta la popolazione, compresi i bimbi come Sehar o Ubeyde.

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