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Guerra in Ucraina

Secondo Vladimir Putin la guerra in Ucraina era inevitabile: “La nostra decisione con fini nobili”

Durante una premiazione al cosmodromo di Vostochny, Vladimir Putin ha detto che la guerra in Ucraina “era inevitabile” e che il conflitto ha “fini nobili”. Il presidente russo sta per incontrare l’omologo bielorusso Lukashenko per discutere le risposte alle sanzioni occidentali.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Vladimir Putin si trova a Blagoveshchensk, nell'oblast' russo dell'Amur, per incontrare il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. Russia e Bielorussia si trovano per discutere la risposta alle sanzioni occidentali e la situazione dell'offensiva in Ucraina. Durante una premiazione al cosmodromo di Vostochny, Putin ha definito la guerra nel Paese "nobile" e ha sottolineato che Mosca è intenzionata a raggiungere i propri obiettivi sul territorio. In questo momento, si tratta dell'intera zona del Donbass e di quella a Sud, vicino Mariupol e Odessa. Durante la cerimonia di premiazione, Putin ha sottolineato che "Mosca non aveva altra scelta se non quella di lanciare un'offensiva militare in Ucraina" e che lo scontro con il Paese era inevitabile. "La chiamata alle armi era solo questione di tempo. Da un lato stiamo aiutando e salvando le persone, dall'altro adottiamo misure per garantire la nostra sicurezza. Questa è stata la decisione giusta" ha detto il presidente russo.

Il Cremlino non è intenzionato però a pagare il prezzo dell'aggressione: non vuole infatti isolarsi la resto del mondo. "Le forze russe – ha dichiarato Putin – hanno condotto la campagna militare in modo coraggioso ed efficiente. Non potevamo tollerare il genocidio contro la popolazione di lingua russa nel Donbass". Il presidente russo ha incontrato l'omologo bielorusso proprio per discutere gli effetti delle sanzioni occidentali sul Paese. La Bielorussia ha manifestato l'intenzione di partecipare ai negoziati con l'Ucraina e ha lamentato una dura presa di posizione da parte dell'Europa e dell'America, che hanno etichettato lo Stato come "alleato dell'aggressore". Nonostante queste affermazioni che appaiono come una sorta di dichiarazione di neutralità nella vicenda, è chiaro che la Bielorussia abbia avuto invece un ruolo importante, se non altro come punto di ristoro e rifornimento per le truppe russe.

Molte delle forze armate nazionali infatti sono state inviate in Bielorussia per rifornimenti dopo aver lasciato Kiev. Da qui poi si sono spostate per raggiungere il Donbass in vista di un'offensiva finale che potrebbe iniziare tra almeno due settimane secondo l'intelligence della Gran Bretagna.

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