Seconda ondata Covid in Francia, allarme del Cts: “Si va verso i 100mila casi al giorno”
La Francia continua ad essere l'epicentro della seconda ondata di Coronavirus in Europa: ieri è stata raggiunta la cifra record di 52.013 casi in una sola giornata, che hanno portato il totale a quota 1.138.507, con un tasso di positività dei test al 17%. Insomma, la situazione diventa sempre più preoccupante e un allarme è stato lanciato questa mattina anche da Jean-François Delfraissy, immunologo a capo del Comitato tecnico-scientifico d'Oltralpe, secondo cui "siamo in una situazione molto difficile o addirittura critica perché abbiamo un virus che circola molto velocemente". Nel corso di una intervista a Rtl, l'esperto ha anche aggiunto che sicuramente questa ondata e peggiore della prima, anche perché la stima dei casi giornalieri a livello nazionale "potrebbe essere il doppio rispetto ai 50mila casi, molta vicina ai 100mila casi al giorno: tra diagnosticati, non diagnosticati e gli asintomatici".
Il presidente del Cts francese aveva avvertito della minaccia di una seconda ondata già a luglio, ma ha ammesso di "essere sorpreso dalla brutalità di quanto è accaduto negli ultimi 15 giorni". Molte grandi città stanno osservando da giorni il coprifuoco notturno, tra cui Parigi e Marsiglia. Ma per arginare l'impennata di contagi probabilmente bisogna fare di più. Secondo Delfraissy al momento ci sono solo due opzioni per arginare il dilagare della trasmissione del virus. Una è un coprifuoco "più massiccio sia negli orari che nell’estensione geografica". La seconda prevede, invece, un lockdown "meno duro" del primo che si è avuto la scorsa primavera e sull’esempio di quello irlandese. In Irlanda, in altre parole, le scuole sono rimaste aperte e le persone possono camminare e correre ad un massimo di 5 km da casa. Per chi vive da solo è previsto incontrarsi con un’altra famiglia parte della sua bolla di sostegno, ma per il resto è tutto chiuso. "Penso che molti nostri concittadini non sono ancora consapevoli di quanto ci attende – ha concluso l'immunologo – . Posso capirlo, è qualcosa di molto difficile da accettare. Adesso dobbiamo avere una visione che non sia soltanto francese, ma europea. Cioè non è un problema di gestione in Francia o in questo o quell’altro Paese, ma che questa ondata sta invadendo l’insieme dell’Europa".