“Se date altre armi all’Ucraina, rischio di guerra Usa-Russia”: la minaccia dell’ambasciatore russo
Le forniture di armi e munizioni all'Ucraina da parte dell'Occidente sono "pericolose e provocatorie" e possono portare "gli Stati Uniti e la Federazione Russa sulla via del confronto militare diretto". A lanciare la minaccia a Washington, in un'intervista Newsweek, è l'ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov.
L'inviato di Mosca negli Usa assicura che la Russia sta facendo tutto il possibile per evitare vittime civili e danni alle infrastrutture dell'Ucraina. Secondo lui i motivi della guerra non sarebbero riconducibili alle decisioni arbitrarie del presidente Putin, ma alla presunta "pulizia etnica" in Ucraina da parte delle autorità di Kiev contro i filo-russi, assieme al tentativo ucraino di aderire alla Nato, "alleanza militare guidata dagli Usa".
La tesi è semplice: gli Stati membri della Nato avrebbero tentato di utilizzare il territorio di uno Stato vicino per stabilire un punto d'appoggio nella lotta contro la Russia, mentre l'Ucraina "massacrava" le persone che si sentivano parte della Federazione, anche se formalmente in territorio ucraino. Per Antonov, quindi, "idee ultranazionaliste sono salite al potere a Kiev". Inoltre l'indipendenza delle regioni di Donetsk e Luhansk sarebbe stato un fenomeno partito dal basso, dalle popolazioni "in maggioranza separatiste".
E ancora: sarebbe stata l'Ucraina a far fallire gli accordi di Minsk del settembre 2014, perché ha scelto "la via della rapida militarizzazione" con l'aiuto dell'estero. Il presidente Zelensky avrebbe quindi preparato un piano per l'acquisizione di armi nucleari, che sarebbero state "pericolose per tutto il mondo". Infine, lo scopo di quella che Mosca continua a definire "operazione militare speciale" sarebbe "smilitarizzare e denazificare l'Ucraina al fine di ridurre le minacce militari poste dagli Stati occidentali, che stanno cercando di utilizzare il fraterno popolo ucraino nella lotta contro i russi".