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Scuole chiuse in Germania fino a febbraio: “Incidenza tra i giovani aumentata di 4 volte”

Perché la Germania ha fatto dietrofront decidendo di chiudere tutte le scuole di ordine e grado fino a fine gennaio? Secondo l’Istituto Robert Koch, principale punto di riferimento per la pandemia locale, l’incidenza tra gli alunni è più di quattro volte superiore rispetto alla fine delle vacanze scolastiche” di questa estate. Per questo, la decisione presa è stata “inevitabile” oltre che “necessaria”.
A cura di Ida Artiaco
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Mentre in Italia continua il dibattito, e anche le polemiche, sulla riapertura delle scuole dopo lo stop forzato a causa dell'arrivo della seconda ondata della pandemia di Coronavirus, la Germania, che aveva fatto delle scuole aperte uno dei fiori all'occhiello della sua strategia anti Covid nei mesi scorsi, ha dovuto fare dietrofront e decidere la chiusura degli istituti di ogni ordine e grado almeno fino all'inizio di febbraio. Una scelta sofferta, quella dell'esecutivo guidato da Angela Merkel, anche se necessario, data la risalita incontrollata della curva epidemiologica. A spiegare cosa sta succedendo a Berlino e dintorni e perché si è reso necessario e "inevitabile" questo provvedimento ci ha pensato l’Istituto Robert Koch, principale punto di riferimento per la pandemia in Germania, che al Fatto Quotidiano ha specificato che "nel complesso, il tasso di infezione nelle scuole segue le dinamiche della popolazione generale e non le precede", ma ad oggi "l’incidenza tra gli alunni è più di quattro volte superiore rispetto alla fine delle vacanze scolastiche" di questa estate.

Addirittura, ha aggiunto un portavoce del governo tedesco "qualsiasi altra scelta sarebbe stata irresponsabile per quanto riguarda la salute di studenti e insegnanti", in un momento in cui il numero giornaliero dei contagi continua a segnare nuovi record, oltre all'impennata nel numero dei morti, con giorni in cui sono stati superati i mille decessi, mai così tanti dall'inizio dell'emergenza sanitaria. L'obiettivo generale è "ridurre le opportunità di contatto" e arrivare a poter nuovamente tracciare i link epidemiologici. Come il Cts in Italia, anche la Merkel ha fissato in un’incidenza di 50 nuovi casi ogni 100mila abitanti in una settimana la soglia da raggiungere per poter riattivare un tracciamento efficace. Ma per arrivarci, uno dei passaggi cruciali è proprio la chiusura delle scuole. A sostenere questa scelta, difficile, ci sono i numeri.

Sempre il Robert Koch Institute ha segnalato che, seppure seguendo il trend generale della popolazione, da quando le scuole hanno riaperto a fine estate i casi sono progressivamente aumentati anche nelle fasce di età più giovani, fino ad arrivare a un’incidenza "più di quattro volte superiore", rispetto alla soglia-limite indicata dalla Merkel, vale a dire 211,6 casi ogni 100mila persone nella fascia d'età dai 15 ai 19 anni. Incidenza che scendeva a 127,3 tra i 10 e i 14 anni, mentre era di 88,8 nei bambini da 5 a 9 anni, mentre a livello generale il Paese faceva segnare una media di 146,5 casi ogni 100mila abitanti. Gli ultimi dati aggregati disponibili sulla scuola risalgono a novembre e sono stati rielaborati dall’Accademia Leopoldina, che ha definito gli studenti "una parte essenziale del processo di infezione".

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