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Guerra in Ucraina

Scudo aereo europeo, l’ammiraglio Di Paola spiega perché l’Italia non ha ancora firmato l’Intesa

L’ammiraglio Di Paola a Fanpage.it: “I Paesi europei sentono la necessità di rafforzare la propria difesa aerea contro i missili e i droni. L’Italia non ha ancora firmato la lettera d’intenti per lo sviluppo di una ‘European Sky Shield Initiative’ per una questione puramente industriale”.
Intervista a Ammiraglio Giampaolo Di Paola
già Ministro della Difesa.
A cura di Ida Artiaco
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"L'Italia al momento non ha firmato l'intesa lo sviluppo di una European Sky Shield Initiative per la difesa aerea, guidata dalla Germania. Ma il motivo è puramente industriale: il nostro Paese insieme alla Francia si sta specializzando nei sistemi Samp-T per migliorare la difesa contro missili balistici e droni".

Così l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, già ministro della Difesa, ha commentato così a Fanpage.it la notizia della firma avvenuta ieri di una lettera di intenti per creare uno scudo del cielo europeo da parte di 14 Paesi, tra cui Germania, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Slovenia, Norvegia e Regno Unito, a cui si aggiunge la Finlandia. Si punta in questo modo, entro il 2025, a rafforzare la difesa aerea utilizzando soprattutto tre sistemi: l'Iris-T Slm, sviluppato in Germania, il Patriot, americano, e l'Arrow-3, israeliano.

L'ammiraglio Di Paola.
L'ammiraglio Di Paola.

Ammiraglio Di Paola, al momento però l'Italia non ha firmato la lettera. Perché secondo lei?

"In questo elenco di Paesi non c'è l'Italia, ma non c'è neanche la Francia. Mi sembra di capire che nell'ambito della difesa aerea anti missili ci sono due grosse famiglie industriali: una che fa capo a Francia e Italia, tanto è vero che come sistemi di difesa missilistica si sta perfezionando il Samp-T a medio lungo raggio grazie alla cooperazione tra Leonardo e Tales, e dall'altro il gruppo che fa capo alla Germania col sistema Iris-t.

È chiaro che intorno al gruppo industriale tedesco si siano raggruppati quei paesi, soprattutto dell'Europa centro orientale, che non hanno capacità industriali di questo tipo ma che vedono nella in Berlino il perno della loro difesa da questo punto di vista".

Pensa che in futuro potrebbe rientrarci?

"Che il nostro Paese possa entrare in questo accordo un domani può anche essere, ma industrialmente c'è una sorta di dicotomia. In questo momento non so se ci siano degli interessi di far parte di questo nuovo sviluppo dal punto di vista industriale. Credo che il senso di questo accordo sia tutto qui".

L'aver firmato questa intesa cosa ci dice comunque sugli sviluppi della guerra in Ucraina?

"Ci dice che, siccome in questo momento è evidente che la minaccia missilistica è presente, come stiamo vedendo in Ucraina, tutti i paesi sentono la necessità di rafforzare la propria difesa aerea contro i missili e i droni. L'Italia oggi come oggi lo sta facendo attraverso lo sviluppo ulteriore dei sistemi Samp/t NG (dove “NG” sta per nuova generazione) per Esercito, Marina e Aeronautica. Il mondo centro-orientale si sta invece raggruppando intorno al polo tedesco. Questo ci dice anche che la Germania si sta affrancando dal legame forte che aveva con la Francia, ricordiamo il trattato di Aquisgrana e le difficoltà che sta incontrando il progetto del Future Combat Air System (Fcas)".

Quindi l'Italia come si sta difendendo?

"C'è sviluppo del sistema Samp-T NG che serve a dare ulteriore spinta alla difesa contro i missili balistici, stiamo investendo in questi sistemi per le 3 forze armate. Lo ha ribadito anche il ministro Guerini. Anche noi ci stiamo muovendo in questo settore ma con una realtà di cooperazione industriale diversa rispetto ai paesi del Nord Europa. Poi si vedrà cosa accadrà in futuro, ma in questo settore il nostro Paese è industrialmente e politicamente più collegato al mondo francese. Lo era da prima e lo è ora".

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