Scoppia il portellone di emergenza su aereo Alaska Airlines: sottovalutati alcuni allarmi giorni prima
Continuano le indagini sull'incidente che venerdì scorso ha coinvolto un aereo dell'Alaska Airlines, costretto a un atterraggio di emergenza in Oregon per l'esplosione di un portellone di sicurezza subito dopo il decollo. Circa 171 aerei dello stesso tipo sono stati fermati dall'ente regolatore statunitense, la Federal Aviation Administration (FAA), mentre continuano i controlli di sicurezza.
A quanto pare, è emerso dalle analisi degli inquirenti secondo quanto riportato dalla BBC, nei giorni precedenti all'incidente, il velivolo è stato sottoposto ad alcune restrizioni da parte della Compagnia aerea per alcuni allarmi di pressurizzazione.
A rendere nota l'ipotesi è Jennifer Homendy della Ntsb, l'agenzia Usa preposta alla sicurezza dei trasporti. Alcuni piloti, ha spiegato, avevano segnalato l'accensione della spia legata alla pressurizzazione in tre precedenti voli.
La Compagnia aveva quindi vietato che il jet facesse lunghi voli sopra superfici d'acqua per poter tornare rapidamente all'aeroporto nel caso si fosse ripresentato l'allarme e, anche se l'aereo era nuovo e certificato, aveva chiesto un ulteriore esame di manutenzione che però "non era stato completato" prima dell'incidente, che ha coinvolto 177 passeggeri e membri dell'equipaggio, tutti fortunatamente illesi.
Non è chiaro però se ci sia un legame tra questa anomalia e l'esplosione del portellone, che nel frattempo è stato ritrovato nel nel cortile di casa di un insegnante a Portland. Sarebbero stati ritrovati anche due telefoni cellulari, che si ritiene siano caduti dall'aereo.
Sempre Homendy ha inoltre riferito che non sono disponibili informazioni dal registratore vocale della cabina di pilotaggio, dato che la registrazione è stata cancellata automaticamente dopo aver raggiunto un limite di due ore: un limite che la Ntsb vorrebbe aumentare a 25 ore.