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Scontro Polonia-Ue, Von der Leyen: “Non permetteremo che i nostri valori siano messi a rischio”

Prosegue lo scontro tra le istituzioni europee e la Polonia, dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale: “Siamo preoccupati – ha spiegato la presidente Von der Leyen alla plenaria del Parlamento Ue – questa sentenza costituisce una sfida diretta all’unità degli ordinamenti giuridici europei”. Durissima la replica del premier polacco: “Siamo attaccati, minacciati e terrorizzati, il ricatto è diventato un metodo di fare politica verso alcuni Stati membri”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'Unione europea da una parte, la Polonia dall'altra. La plenaria del Parlamento europeo di questa mattina ha visto un botta e risposta duro (ma prevedibile) tra la presidente della Commissione europea e il premier polacco. Al centro della discussione c'è la recente decisione della Corte Costituzionale polacca di mettere le leggi nazionali davanti a quelle comunitarie, ma non solo. Tanto che si comincia a parlare sempre più insistentemente di un pericolo Polexit, sulla scia della Brexit britannica. "Siamo preoccupati – ha spiegato Ursula Von der Leyen nel suo intervento – La Commissione europea sta valutando attentamente questa sentenza, ma posso dirvi già oggi che sono fortemente preoccupata, perché mette in discussione la base della Ue e costituisce una sfida diretta all'unità degli ordinamenti giuridici europei".

La presidente della Commissione Ue ha chiarito: "Il destino della Polonia è l'Europa", ma "non permetteremo che i valori dell'Unione siano messi a rischio". Per questo motivo "la Commissione europea agirà". Le opzioni sono note: "Le procedure di infrazione, il meccanismo di condizionalità e altri strumenti finanziari". Poi c'è anche "l'articolo 7, uno strumento potente su cui dobbiamo tornare". Quella di Von der Leyen è sembrata già una sentenza: "Questa situazione deve essere risolta e lo sarà".

Durissima la risposta del premier polacco, Mateusz Morawiecki, intervenuto al Parlamento europeo dopo la presidente: "Per noi è una scelta di civiltà l'integrazione europea, noi siamo qui, questo è il nostro posto e non andiamo da nessuna parte, vogliamo che l'Europa ridiventi forte, ambiziosa e coraggiosa". Però "troppo spesso abbiamo a che fare un'Europa dei doppi standard, non dobbiamo lottare uni contro altri, non dobbiamo cercare colpevoli dove non ci sono". La Polonia "è attaccata in modo parziale e ingiustificato" e "le regole del gioco devono essere uguali per tutti, non è ammissibile che si parli di sanzioni".

Morawiecki ha condannato la linea "delle minacce e delle imposizioni" che a suo dire l'Unione europea eserciterebbe sullo stato di diritto: "Non sono d'accordo che dei politici minaccino e terrorizzino la Polonia – ha attaccato – Il ricatto è diventato un metodo di fare politica verso alcuni Stati membri, ma non è così che agiscono le democrazie". Poi ha alzato i toni: "Noi siamo un Paese fiero, abbiamo pagato con tante vittime la nostra lotta per la democrazia, abbiamo salvato Parigi e Berlino dagli attacchi bolscevichi e abbiamo combattuto contro il Terzo Reich".

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