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Scontri in Libia, l’Eni blocca il gas verso l’Italia

L’intero export di gas libico verso il nostro Paese è al momento interrotto. La decisione è stata presa dalla compagnia del Cane a Sei Zampe per la salvaguardia degli impianti, a seguito di alcuni scontri armati tra le milizie della zona.
A cura di Biagio Chiariello
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In seguito a scontri a fuoco fra forze locali libiche nell'area dell'impianto di produzione di gas della Mellitah Oil & Gas, joint venture paritetica fra Noc (National oil corporation, la compagnia petrolifera nazionale della Libia) ed Eni, quest'ultima "ha deciso di interrompere la produzione e di mettere in sicurezza le installazioni con conseguente interruzione del flusso di gas attraverso il gasdotto  Green Stream che collega l’impianto in Libia con quello a Gela, in Italia", come spiegano fonti vicine alla compagnia del Cane a Sei Zampe.  Le medesime fonti aggiungono che "contestualmente sono state attivate tutte le misure di sicurezza necessarie a proteggere il personale in loco, oltre che gli impianti interessati. Tutto il personale è al sicuro. Il ministero dello Sviluppo economico è stato immediatamente informato dell'interruzione del flusso di gas". Un'ulteriore conferma arriva dal vicepresidente di Noc, Mustafa Sunalla: "Le esportazioni di gas sono state completamente bloccate". Non è la prima volta che il flusso di gas verso l'Italia da quell'impianto si ferma. Era già successo durante la rivoluzione libica che ha portato alla destituzione e poi all'esecuzione di Gheddafi. In quell'occasione il blocco era durato diverse settimane. Al momento, invece, non ci sono ancora previsioni certe sulla riapertura della fornitura. Ogni anno l’Italia importa dalla Libia 10 miliardi di metri cubi di gas.

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