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Scontri armati tra Armenia e Azerbaigian: bombardamenti, vittime e feriti fra i civili

Da ore le forze armate azere e gli indipendentisti armeni si stanno affrontando a colpi di bombardamenti e scontri armati anche pesanti nella regione autonoma azera del Nagorno Karabakh che hanno già fatto segnare vittime non solo tra i militari ma anche tra i civili. La Russia che ha ha fatto appello sia ad Armenia che ad Azerbaigian per un “cessate-il-fuoco immediato”.
A cura di Antonio Palma
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Tornano i venti di guerra tra Armenia e Azerbaigian nella regione autonoma azera del Nagorno Karabakh. Da ore le forze armate azere e gli indipendentisti armeni si stanno affrontando a colpi di bombardamenti e scontri armati anche pesanti che hanno già fatto segnare vittime non solo tra i militari ma anche tra i civili. L’esercito azero ha scatenato in tutta l’area una massiccia offensiva con carri armate e truppe di terra dopo aver bombardato le postazioni delle forze indipendentiste armene all’alba. Queste ultime invece erano entrate in azione durante la notte tra sabato e domenica annunciando di aver inflitto "perdite" al nemico.

Dopo l’attacco dell’esercito zero, i separatisti armeni della regione autonoma azera del Nagorno Karabakh hanno dichiarato la legge marziale e la "mobilitazione generale" preparandosi a uno scontro armato che si prevede sanguinoso. Gli indipendentisti armeni affermano di aver inflitto "perdite" al nemico mentre il ministero della difesa armeno da Erevan fa sapere che due elicotteri militari azeri sono stati abbattuti. Nel frattempo, sia il governo di Baku che i ribelli separatisti rendono noto che i combattimenti in corso dall'alba di questa mattina nel Nagorno karabakh stanno provocando "molte vittime" nella popolazione civile.

Per gli analisti si tratta della peggior crisi armeno-azera dal 2016. Le due ex repubbliche sovietiche caucasiche hanno combattuto una sanguinosa guerra già  negli anni Novanta che ha causato già oltre 30.000 morti, dopo che i separatisti armeni hanno preso il controllo della regione azera del Nagorno Karabakh nel 1991, poco dopo il crollo dell'Unione sovietica. Una guerra che ufficialmente no si è mai conclusa anche se dal 1994 è in vigore un accordo di cessate il fuoco fra i due Paesi.

Dopo gli scontri è subito intervenuta la Russia che ha ha fatto appello sia ad Armenia che ad Azerbaigian per un "cessate-il-fuoco immediato". "Bombardamenti intensi sono in corso lungo la linea di contatto. Facciamo appello alle parti perché facciano cessare immediatamente il fuoco e intavolino negoziati per stabilizzare la situazione", si legge in una nota del ministero degli Esteri di Mosca. "Le notizie sulle ostilità dalla zona di conflitto del Nagorno-Karabakh destano grave preoccupazione. L'azione militare deve cessare, con urgenza, per evitare un'ulteriore escalation" ha scritto invece il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, aggiungendo: "Un ritorno immediato ai negoziati, senza precondizioni, è l'unica via da seguire".  Le due forze in campo al momento non sembrano però volerne sapere e annunciano battaglia con proclami bellicosi.

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