Scholz indica la linea dell’Ue sull’Ucraina: “Nessuna pace imposta a Kiev, noi e Usa agiamo insieme”
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"Accogliamo con favore il fatto che si stia parlando di un accordo di pace, ma per noi è chiaro che non può essere un diktat. Non può esserci una pace imposta che l'Ucraina deve accettare". Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha incontrato i giornalisti al termine del vertice di Parigi che ha visto alcuni capi di Stato e di governo europei – Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Spagna, Olanda e Danimarca – riuniti per fare il punto sul conflitto russo-ucraino. Dopo che nelle ultime settimane l'amministrazione di Donald Trump è sembrata pronta ad andare incontro alle richieste della Russia, escludendo di fatto l'Unione europea, il summit di oggi serviva per trovare una linea comune.
"Per noi è evidente che il Paese deve percorrere la sua strada nell'Unione europea, deve poter difendere la sua democrazia e la propria sovranità ed essere nella condizione di mantenere un esercito forte. Tutto ciò non è negoziabile", ha detto Scholz. Insomma, tra le righe si legge un contrasto con la posizione degli Stati Uniti, decisamente concilianti nei confronti di Vladimir Putin.
Proprio a proposito di Trump, il cancelliere ha sottolineato che Usa e Ue devono continuare ad "agire insieme", e che se si raggiungesse un accordo di pace "non deve essere una divisione della sicurezza e della responsabilità tra Europa e Stati Uniti". Per questo se gli Stati Uniti non partecipassero militarmente a un'eventuale missione di mantenimento della pace, anche la Germania si opporrà all'invio di truppe europee. Infatti, ha detto, "la Nato si basa sul fatto che agiamo sempre insieme e condividiamo i rischi. Questo non deve essere messo in discussione".
Commentando la proposta della presidente Ursula von der Leyen di togliere i vincoli alla spesa militare degli Stati Ue – di fatto non considerando più quelle spese all'interno degli stretti paletti di bilancio fissati per i vari Paesi – Scholz si è detto favorevole: "La Germania è pronta a spendere almeno il 2% del Pil per il futuro della difesa europea", e "se gli Stati europei spendono di più, la Germania è favorevole al fatto che questa spesa non venga presa in considerazione nei calcoli dei deficit di bilancio europei".
Questo vorrebbe dire agevolare a livello fiscale quei Paesi che spendono di più in ambito militare. Il cancelliere, comunque, ha aggiunto che bisognerebbe trovare delle risorse comunitarie, in modo che l'aumento della spesa in armi non vada ricadere sul welfare e, quindi, sui cittadini.
Al contrario, è arrivato un netto ‘no' sul possibile invio di soldati in Ucraina: "È del tutto prematuro e inappropriato parlarne ora. Stiamo parlando alle spalle dell'Ucraina, sulla base di un accordo che non esiste", ha affermato. "Non è ancora giunto il momento della pace, siamo nel mezzo di una guerra che la Russia sta ancora portando avanti".