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Scandalo Vaticano, fermato usciere con coca e film hard. Gli inquirenti: “Non erano per lui”

Ostilio Del Balzo, 47 anni e dipendente del Vaticano, è stato fermato in possesso di 15 grammi di cocaina e 5 pen drive con immagini e video pedopornografici. Gli inquirenti sono convinti che il materiale fosse destinato ad altri all’interno della Santa Sede: è caccia all’uomo.
A cura di Ida Artiaco
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L’annuncio di padre Lombardi: tutti i cardinali elettori sono a Roma e stasera alle 19 sarà resa nota la loro votazione. I cardinali, molto probabilmente, decideranno di anticipare l'entrata in Sistina per eleggere il nuovo Papa già all'inizio della settimana prossima.

Una nuova bufera a sfondo sessuale agita la Santa Sede. Ostilio Del Balzo, 47 anni e dipendente del Vaticano, era stato arrestato lo scorso primo settembre mentre era in possesso di almeno 15 grammi di cocaina e 5 pen drive con film hard con protagonisti minori. La novità delle ultime ore è che, secondo gli inquirenti, il materiale nelle mani dell'usciere era destinato ad altri e non a se stesso, per cui si è aperta una vera e propria caccia all'uomo, o agli uomini, che avrebbero dovuto ricevere la droga e i video pedopornografici. A riportare l'indiscrezione è il quotidiano La repubblica. Per il momento, il fermato non ha voluto rivelare ulla, per cui si trova agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, per evitare rischi di fuga, ma rischia una condanna superiore ai cinque anni di detenzione.

I fatti risalgono allo scorso primo settembre, quando l'impiegato presso il Pontificio consiglio della cultura è stato arrestato dai carabinieri mentre saliva in auto, a Borgo Santo Spirito. I militari hanno controllato la vettura e lì hanno trovato "una pochette viola con strisce bianche nel cui interno rinvenivano una busta con trenta involucri termosaldati di cocaina per un peso complessivo di quindici grammi e cinque mini pen drive aventi tutte lo stesso contenuto". L'uomo è in attesa del processo, probabilmente con rito immediato, in cui dovrà rispondere dell’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione di materiale pedopornografico aggravata dall’ingente quantità. Ma, dato il suo incarico, gli inquirenti sospettano che droga e video fossero destinati a qualcuno del Vaticano, che potrebbe coprire l'uomo.

Per questo il gip Daniela Caramico D’Auria gli ha negato la libertà: "Si tratta di una persona che lavora in ambito extraterritoriale sotto la giurisdizione dello stato Vaticano – si legge nelle motivazioni della richiesta – e che potrebbe godere anche di appoggi che lo spingono a trovare ospitalità in ambienti protetti". La caccia all'uomo continua.

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