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Guerra in Ucraina

Scambio prigionieri, parla l’amico di Kara-Murza: “Sarà protagonista della Russia del futuro”

L’intervista di Fanpage.it a Bill Browder: “Vladimir Kara-Murza mi ha scritto pochi giorni fa di esser pronto a continuare le sue battaglie contro la guerra e per i diritti umani, è un miracolo che sia vivo. Putin è il capo di un regime criminale, e questo scambio di prigionieri lo dimostra”.
A cura di Riccardo Amati
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Kara-Murza
Kara-Murza
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L’incubo di Vladimir Kara-Murza è durato 843 giorni, buona parte dei quali passati in un paio delle peggiori colonie penali siberiane. In una cella di punizione di tre metri per un metro e mezzo. Seduto su un panchetto, unico mobilio durante il giorno, quando la branda veniva fissata al muro. Al quale non ci si poteva neanche appoggiare, perché ricoperto di un intonaco abrasivo.

“Spero che stia bene in salute, considerando quello cha ha passato, perché appena si sarà riposato un po’ avremo parecchio da fare”, dice a Fanpage.it il suo amico e compagno di lotte politiche Bill Browder.

Bill Browder
Bill Browder

Le preoccupazioni per la salute fisica dell’ormai ex prigioniero di Putin sono lecite: in seguito a due avvelenamenti subiti — secondo inchieste giornalistiche molto documentate — ad opera della “squadra del novichok” dei servizi segreti russi, Kara-Murza soffre di una patologia del sistema nervoso periferico. Dopo un po' che sta fermo, non sente più i piedi. Perfetto, se stai in una cella di tre metri.

Evidentemente, Kara-Murza poteva essere ‘distrutto ma non sconfitto’, come direbbe uno scrittore americano ormai fuori moda. “Ho ricevuto una lettera di Vladimir dal carcere solo tre giorni fa”, racconta Browder. “Mi diceva che sta imparando lo spagnolo, e di corsa. Perché vuole che Madrid adotti il Magnitsky Act”. Ovvero la legge americana che prevede sanzioni personali per chi viola i diritti umani ovunque nel mondo. Russia compresa.

Ma come, in una specie di gulag in Siberia dove — dicono i suoi avvocati — ha rischiato di morire per le punizioni a cui era sottoposto, con una condanna a 25 anni, pensava all’attività politica da fare appena uscito? “Proprio così, e come insisteva”, spiega Browder. “Abbiamo un bel programma davanti: prima la Spagna, poi l’Argentina il Cile e altri Paesi del Sudamerica. Più Paesi saranno coinvolti, più la vita sarà difficile per i criminali che operano a Mosca e altrove”.

Bill Browder, anzi Sir William, perché re Carlo l’ha fatto baronetto, è un finanziere americano naturalizzato inglese che ha passato buona parte della sua vita in Russia. Fino a quando un suo collaboratore, Sergei Magnitsky, non morì in una prigione moscovita dopo esser stato picchiato. Lo avevano arrestato perché aveva messo il naso negli affari sporchi delle industrie controllate dal regime.

Da qui l’impegno, insieme a Vladimir Kara-Murza e al politico Boris Nemtsov, per far adottare negli Usa quella che lo stesso Nemtsov definì, paradossalmente,“la miglior legge per la Russia”. Prima di essere ucciso a colpi di pistola davanti al Cremlino da killer ceceni di cui la magistratura russa non ha mai cercato i mandanti.

“La Russia di Vladimir Putin ha preso come ostaggi politici, dissidenti, giornalisti, attivisti per i diritti umani, li ha detenuti in condizioni orribili e poi li ha usati come leva per far tornare a casa assassini, trafficanti di denaro sporco e spie”, nota Browder. “Questo scambio la dice tutta sulla natura criminale del regime di Mosca”.

L’amico di Kara-Murza non ha dubbi su cosa sia davvero successo all’altro, più famoso e più sfortunato eroe della dissidenza: “Alexei Navalny è stato ucciso su ordine del Cremlino perché non si voleva potesse partecipare allo scambio di prigionieri”. Al quale, come hanno riferito fonti diplomatiche americane alla Reuters, si lavorava dietro le quinte da anni.

Come Navalny, Kara Murza era voluto tornare in Russia, lasciando la famiglia al sicuro negli Usa. "Sono un politico russo, non posso star fuori dal mio Paese", disse rientrando a Mosca nell’aprile 2022. Era già in corso l’invasione dell’Ucraina. La criticò senza mezzi termini in un paio di interviste. Subito dopo lo arrestarono con una scusa.

Poi arrivarono le accuse pesanti, legate a un discorso pubblico negli Stati Uniti in cui aveva detto quel che pensava sul regime di Putin. La condanna a 25 anni porta la firma da un giudice sanzionato dalla legge Magnitsky. Nei paesi normali, si chiama conflitto di interessi. Come minimo.

Sir William oggi si sente sollevato e ottimista: “Putin non durerà per sempre, e Vladimir Kara-Murza sarà tra i protagonisti della Russia del futuro”, sostiene. "Intanto sarà un leader dell’opposizione in esilio. Bisogno solo aiutarlo a rimettersi bene in salute, in modo che possa dedicarsi con tutte le forze al lavoro a cui è destinato. È un miracolo che sia ancora vivo".

Kara-Murza ha una moglie, Evgenia, che in questi 843 giorni ha portato avanti il lavoro del suo Vladimir contro la guerra in Ucraina, per i diritti umani e per la liberazione dei prigionieri politici in Russia. Ha potuto parlarci per telefono solo poche volte e brevemente, dal carcere. Così anche i tre figli poco più che adolescenti. Ora potranno rilassarsi, tornare a vivere. E, almeno per un po’, prendersi cura del loro eroe. Ferito, ma non sconfitto.

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