Savina Caylyn: incertezza e preoccupazione per l’equipaggio sequestrato dai pirati
Qualche giorno fa davamo la notizia dell'ultimatum che i pirati somali all'armatore della Savina Caylyn, la nave ostaggio dei banditi del mare dallo scorso febbraio. Nell'ultimatum, che i 5 membri italiani dell'equipaggio hanno dovuto ripetere in una telefonata ai familiari, i pirati chiedevano all'armatore (e conseguentemente al governo italiano) un riscatto di 16 milioni di dollari per liberare l'equipaggio in ostaggio e abbandonare la nave. Qualora l'ultimatum non fosse stato rispettato, tre membri dell'equipaggio, ovverosia il comandante della petroliera, il direttore di macchine e il primo ufficiale, sarebbero stati lasciati nell'entroterra e abbandonati al loro destino, probabilmente in un luogo abitato dai pirati.
In queste ore si sono rincorse voci che davano la situazione giunta ormai al suo epilogo: i pirati, non ricevendo alcuna comunicazione dal Ministero degli Esteri italiani né dall'armatore, avrebbero lasciato 3 membri dell'equipaggio: Bon, Guardiascione e Cesaro, davanti alle coste della Puntland. Prima delle 14 di ieri, due italiani rimasti a bordo, il comandante Giuseppe Lubrano Lavadera, e il direttore di macchine Antonio Verrecchia avrebbero diffuso questa comunicazione: "Non avendo ottemperato a quanto chiesto dai pirati nell’ultimatum comunicato due giorni fa, questa mattina sono stati fatti sbarcare, per trasferirli sulla terra ferma nelle alture del deserto, gli altri 3 membri dell’equipaggio italiano. Non vi è stato alcun contatto tra le autorità italiane, l’armatore e i pirati: motivo per il quale si è reso necessario inasprire le condizioni di prigionia dei rapiti.” La notizia ha gettato nel panico i familiari e le comunità locali cui appartengono i marittimi sequestrati dai predoni, ovverosia Venezia, Gaeta, Piano di Sorrento e Procida.
Ad ogni modo, alle ore 14.30 di oggi in una dichiarazione all'Ansa, il sindaco di Procida Vincenzo Capezzuto, sentito il Ministero degli Esteri, ha dichiarato che: "La Farnesina ha escluso ufficialmente che tre marittimi della Savina Caylyn siano stati sbarcati per essere portati in una localita' nel deserto dopo la scadenza dell'ultimatum." L'Ansa inoltre riporta che le famiglie sarebbero preoccupate: un particolare che potrebbe sembrare scontato ma che lascerebbe intendere che non ci sono "comunicazioni privilegiate" con i familiari dei marittimi. Ad ogni modo sulla vicenda sono tanti i punti oscuri e rimane molto difficile stabilire con certezza cosa stia accadendo in queste ore.
Ciò che è certo è che ad essere scossa è l'intera comunità procidana, da sempre terra di marittimi, che già in occasione della Festa del Primo maggio organizzò una fiaccolata per portare alla ribalta il sequestro delle navi Savina Caylyn e Rosalia d'Amato, a bordo delle quali ci sarebbero ben 4 isolani. Per rispondere all'immobilismo del Governo e dell'armatore, il consigliere della lista civica "La Svolta", Mariano Cascone, attraverso le pagine del blog procidano ProcidaBlogolandia, propone ai suoi concittadini così come ai cittadini di Gaeta e Piano di Sorrento, un'autotassazione di 200 euro pro capite per pagare il riscatto. Ecco le parole di Mariano Cascone:
Le ultime notizie non sono rassicuranti e le Autorità continuano a perseverare in un silenzio che non lascia presagire nulla di buono. L’armatore non paga, il Governo non paga, allora mi chiedo: i soldi valgono di più della vita umana? I tentativi di sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni Somale sono stati fatti, ora però c’è bisogno di fatti concreti. La Spagna ha pagato e riportato a casa i suoi cittadini; se l’Italia non vuole farlo allora devono essere le Comunità coinvolte a agire in prima persona prima di rimpiangere di aver dato fiducia alle Autorità, forse troppo impegnate nella campagna elettorale che nelle trattative con questi banditi.
I pirati chiedono, secondo le ultime notizie, la cifra di 10.000.000 di €; i Comuni coinvolti sono Procida, Gaeta, Piano di Sorrento e Venezia.
Volendo pure escludere Venezia, poichè in quanto metropoli forse una iniziativa del genere potrebbe essere difficile da veicolare, restano Procida, Piano e Gaeta che insieme fanno la bellezza di circa 50.000 abitanti.
Allora il conto è presto fatto: con 200€ di media ad abitante riusciamo a mettere fine a questo incubo e facciamo capire allo Stato che per le nostre comunità la vita umana viene prima della sporca moneta.
Imprenditori, famiglie, parrocchie, istituzioni, tutti possono contribuire a mettere insieme questa cifra che sembra enorme solo a dirla ma, col contributo di tutti, sarà raggiunta in breve tempo, ne sono certo.
Chiedo quindi ai Sindaci coinvolti di dare un segnale in questa direzione e mettersi in contatto al più presto per far partire questa gara di solidarietà in tempi rapidi.
Le Autorità si devono svegliare altrimenti lo Stato lo facciamo noi. Non possiamo starcene fermi.
Potrebbe essere l’ultima possibilità per i nostri ragazzi.
Al di là della fattibilità (un nucleo familiare di 4 persone dovrebbe donare 800 euro alla causa e non tutti sono in grado di sostenere questa spesa) si tratta di un'iniziativa degna di nota che denota la solidarietà della comunità isolana e al contempo getta pesanti ombre sull'atteggiamento dell'armatore e sull'operato del Governo. Stando ai fatti, proprio il Governo sembra essere sempre più lontano dall'assumersi le proprie responsabilità, specialmente in casi delicati come questo.