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Saudita istiga i follower a molestare le donne che lavorano affinché stiano a casa

Uno scrittore saudita invita i suoi quasi 99.000 follewer su Twitter a molestare sessualmente tutte le donne del paese che lavorano in luoghi pubblici, dove cioè è permessa la “dissolutezza” attraverso il contatto tra uomini e donne. Lo scopo? Convincere le donne che l’unico luogo sicuro per loro sia la casa.
A cura di Laura Murino
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Uno scrittore molto conosciuto in Arabia Saudita, Abdullah Mohammed Daoud, ha incitato i suoi 98.000 follower su Twitter a molestare sessualmente le donne del paese che lavorano alle casse dei centri commerciali. L'uomo è conosciuto per i suoi libri sullo crescita personale e religiosa e ha tentato di incoraggiare le donne saudita a rimanere a casa per proteggere la loro castità invece di andare a lavorare in ambienti misti. Il suo tweet, diffuso attraverso l'hashtag #harass_female_cashiers, ha acceso un grandissimo dibattito tra i cittadini sauditi e tra utenti del microblogging di tutto il mondo. Khalid Ebrahim Al Saqabi, un religioso conservatore, ha accolto con piacere la provocazione di Al Daoud, dicendo che la legge proposta dal governo contro le molestie sessuali nei posti di lavoro misti è stata fatta "con l'unico scopo di favorire la dissolutezza consensuale".

Lo scrittore ha giustificato la sua affermazione attraverso un racconto di un compagno del Profeta nel quale si racconta di un guerriero, Al Zubair, che non voleva che la moglie se ne andasse in giro da sola fuori di casa. Al Daoud avrebbe interpretato la storia dicendo che successivamente la moglie si recò lo stesso alla moschea per pregare, ma il marito, nascosto nel buio della notte, l'avrebbe violentata. Da quel momento la moglie si convinse che era la casa l'unico posto sicuro dal mondo esterno corrotto e non uscì più.

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