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Santa Sofia diventa una moschea, Papa Francesco non nasconde la rabbia: “Sono molto addolorato”

Papa Francesco condanna la decisione del governo turco di rendere nuovamente Santa Sofia una moschea: Bergoglio si dice “molto, molto addolorato” rivolgendo un pensiero a Istanbul e all’ex basilica dei cristiani ortodossi durante l’Angelus che si è tenuto in piazza San Pietro. Santa Sofia viene considerato un “potente simbolo di dialogo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La decisione del governo turco di rendere Santa Sofia nuovamente una moschea rende “molto addoloratoPapa Francesco. Una presa di posizione netta, quella del Pontefice, che corrisponde alla prima condanna del Vaticano di questa decisione. Dopo l’Angelus, il Papa parla a braccio e dice chiaramente: “Penso a Istanbul, a Santa Sofia. Sono molto, molto addolorato”, dice Bergoglio prima di una lunga e inusuale pausa nel suo discorso. Le parole del Papa seguono la decisione del governo turco di trasformare nuovamente in una moschea quella che è stata una basilica cristiana dopo la sua inaugurazione nel 537.

Santa Sofia torna a essere una moschea

La prima preghiera in quello che è un luogo storico e simbolo di Istanbul è prevista per il 24 luglio. Finora il luogo era un museo, visitato da milioni di turisti ogni anno. Santa Sofia era stata trasformata in una moschea nel 1453, dopo la presa di Costantinopoli da parte degli Ottomani. Comunque, anche dopo la nuova conversione in moschea, la porta dell’ex basilica resterà aperta a tutti i visitatori – assicurano dal governo turco – così come avviene con le altre moschee della città.

La storia di Santa Sofia

Santa Sofia per un millennio è stata la principale basilica dei cristiani ortodossi. Poi, per circa 500 anni, dalla presa di Costantinopoli è diventata una moschea. Fino al 1934, quando Kemal Ataturk, fondatore della moderna Turchia, l’aveva convertita a quella che è stata finora, una sorta di museo e luogo simbolo del dialogo. La decisione del governo turco è stata aspramente criticata dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, che teme che questa scelta possa portare a una rottura tra mondo cristiano e islam. Condanna arrivata anche dalla chiesa ortodossa russa e dall’Unesco, che esprime rammarico e sottolinea come questa decisione cambi il “valore universale eccezionale del sito, potente simbolo di dialogo”.

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