San Marino legalizza l’aborto: al referendum vince il Sì con il 77% dei voti
Nella Repubblica di San Marino l’aborto diventa legale. A oltre 40 anni di distanza dalla depenalizzazione del reato di interruzione della gravidanza in Italia, anche San Marino ora introduce la possibilità di abortire: a stabilirlo è stato il referendum per cui si è votato ieri nella Repubblica di poco più di 33mila abitanti. Il referendum propositivo per la legalizzazione dell’aborto era senza quorum: ha votato a favore il 77,2%, portando il Sì a una vittoria schiacciante. A votare sono stati poco meno di 15mila elettori, con un’affluenza al 41,11%, in linea con quella del precedente referendum del 2019. Presto sarà quindi legale l’aborto anche a San Marino: a non permettere l’interruzione della gravidanza resteranno solo alcuni piccoli Paesi come Andorra, Malta e Città del Vaticano.
I 32 seggi sono stati aperti per il voto dalle 7 alle 20.30 di domenica 26 settembre: la campagna referendaria era partita il 10 settembre. La legge, comunque, cambierà solo tra qualche mese. Fino a oggi a San Marino l’aborto era un reato punibile con il carcere e una reclusione da 3 a 6 anni. Veniva considerato un reato qualsiasi tipo di interruzione della gravidanza, anche quella successiva a uno stupro. Va comunque sottolineato che non si sono registrati casi di arresti recenti, ma questo è dovuto soprattutto al fatto che le donne di San Marino decidevano di andare in Italia (o in altri Stati esteri) dove l’aborto è legale. Ma una soluzione del genere comporta inevitabilmente complicazioni per chi deve interrompere la gravidanza.
A promuovere il referendum è stata soprattutto l’Unione donne sammarinesi, del cui direttivo fa parte Rosa Zafferani: “Le donne hanno avuto fiducia in noi e sono state tante ad andare a votare oggi. Le donne sono state il 20% in più rispetto agli uomini, ma per avere una maggioranza così schiacciante significa che anche gli uomini hanno capito e ci hanno dato fiducia”, esulta. Dall’altra parte, la portavoce del Comitato per il No, Antonella Mularoni, non si arrende: “Prendiamo atto della volontà dei sammarinesi, in democrazia si può perdere. Non si fermerà la nostra attività per dare una alternativa all’aborto”.