Saman Abbas, rinviata ancora in Pakistan l’udienza per l’estradizione del papà: mancano le parti
Ancora un rinvio a Islamabad dove si sta discutendo l'estradizione chiesta dall'Italia per Shabbar Abbas, accusato da Procura e carabinieri di Reggio Emilia dell'omicidio della figlia Saman.
Dopo l'arresto a metà novembre nel Punjab e il trasferimento nella capitale del Pakistan, il procedimento ha avuto già una dozzina di rinvii e l'udienza di oggi è stata direttamente aggiornata al 21 febbraio, fra una settimana, per assenza delle parti.
Nel frattempo è iniziato a Reggio Emilia il processo proprio a Shabbar e ad altri quattro familiari, davanti alla Corte di assise che venerdì 17 febbraio si pronuncerà sulla richiesta della Procura, guidata da Gaetano Calogero Paci, di giudicare l‘uomo detenuto in Pakistan in videoconferenza. Ad ogni modo, unica, grande assente, tra i cinque imputati, è la mamma di Saman, Nazia Shaheen, che risulta al momento ancora latitante.
Sul banco degli imputati ci sono infatti lo zio della ragazza, Danish, considerato esecutore materiale del delitto, e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, che si sono presentati in aula a Reggio Emilia venerdì scorso, insieme al papà e alla mamma di Saman, che subito dopo la scomparsa della 18enne, il 30 aprile 2021, erano fuggiti in Pakistan dall'aeroporto di Milano Malpensa.
"Nazia per quanto ne sappiamo ha accompagnato Saman verso il buio", aveva detto a Fanpage.it Barbara Iannuccelli, avvocato dell'Associazione Penelope che si è costituita parte civile nel procedimento. Saman è scomparsa a inizio maggio 2021, ma i suoi resti sono stati rinvenuti solo lo scorso novembre nei pressi di un casolare a Novellara, poco distante dal luogo in cui viveva con la sua famiglia, che le aveva organizzato un matrimonio combinato che lei non ha mai accettato.