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“Salvateci. Domani sarà già tardi” le richieste d’aiuto sui social network da Aleppo

La battaglia per Aleppo si avvia verso la conclusione, ma sono ancora numerose le persone intrappolate in una piccola area nella zona est della città siriana ancora detenuto dai ribelli. E in questo ore il loro straziante grido d’aiuto può essere affidato solo a Twitter e agli altri social.
A cura di Biagio Chiariello
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La caduta di Aleppo è ormai prossima. Ma il prezzo da pagare in termine di vite umane sembra quanto mai altissimo. Le Nazioni Unite denunciano l’uccisione di almeno 82 civili, giustiziati nelle loro case dalle forze ribelli che ancora detengono parte della seconda più grande città della Siria. E in tale ottica sui social network si stanno moltiplicano video e tweet di persone che dicono di trovarsi sotto attacco, specialmente nella zona est di Aleppo. Chiedono aiuto e lanciano quello che definiscono “il messaggio finale”. Tra loro c’è l’attivista e blogger Lina Shamy che dichiara: “I civili sono bloccati in un’area piccolissima che non va oltre i 2 chilometri quadrati, senza riparo, ogni bomba è un massacro. Salvate Aleppo. Salvate l’umanità”.

E ancora: “Chiunque contribuisce a tacere sul genocidio che sta avvenendo qui ne è anche complice”. “Siete voi che potete fermare questo massacro. Chiamate la Casa Bianca, le ambasciate, i vostri politici e chi vi rappresenta al Parlamento. Dite loro che devono fermare questo genocidio. #SaveAleppo” è un altro tweet di Lina.

Sul profilo attribuito a una bambina di sette anni, Bana, si legge in inglese: “È il mio ultimo momento per vivere o per morire". In precedenza, aveva scritto: "Questo è il mio messaggio finale. La gente sta morendo dalla notte scorsa. Sono molto sorpresa del fatto che ancora riesco a pubblicare tweet in questo momento. Sono ancora viva". E poche ore dopo: "Mio padre è ferito ora sto piangendo".

"Spero che vi ricorderete di noi" dice invece Mr.Alhamdo, insegnante in Aleppo, che condivide in uno straziante video il suo "messaggio finale":

Altri invece sembrano aver rinunciato alla speranza. Un uomo pubblica un video sul proprio profilo YouTube, dicendo che sarà "l'ultimo". "Siamo stanchi di parlare, siamo stanchi dei discorsi. Nessuno ci ascolta, nessuno risponde. Ecco che arriva la bomba. Questo è video finale". Poco prima che termini il filmato, si sente un'esplosione poco distante.

"E' un inferno", scrive invece il profilo dei White Helmets, un gruppo di volontari siriani che opera ad Aleppo Est. "… Tutte le strade e gli edifici distrutti sono pieni di cadaveri". Chi descrive Aleppo vista in questi giorni coi propri occhi parla di "situazione apocalittica". Abdul Kafi Alhamado, un insegnante di inglese all'interno di una delle are ancora in mano ai ribelli, afferma di sentirsi come nel "giorno del giudizio", come le forze governative che avanzano. "Le bombe sono ovunque. Le persone vengono giustiziate. Ci sono numerosi ferite per le strade. Nessuno può uscire per aiutarli", ha detto l'uomo alla BBC News.

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