“Saddam Hussein usava una camera di tortura a New York”, le rivelazioni shock

Dietro l'elegante palazzo di New York che formalmente ospitava una missione diplomatica in Usa , il regime iracheno di  Saddam Hussein avrebbe nascosto per anni una vera e propria camera di tortura dove molti cittadini del Paese mediorientale sarebbero stati sottoposti a tremende sevizie. È la rivelazione shock che arriva oggi dal quotidiano statunitense New York Post che ha raccolto le testimonianze anonime di alcuni ex funzionari iracheni.

A prima vita l'edificio, che oggi ospita ancora la missione diplomatica irachena all’Onu che si trova sulla 79esima strada nell’Upper East Side di Manhattan, vicino a Central Park, una delle zone più esclusive della città, non ha particolari segni caratteristici ma l'incubo per anni sarebbe stato nascosto in una cantina utilizzata come carcere attrezzato per la tortura. Quelle stanze segrete sarebbero state usate dagli scagnozzi di Saddam per imprigionare iracheni locali per convincere i loro parenti a tornare in patria per arrendersi e cooperare con il regime. Sempre secondo le testimonianze, non era raro che i prigionieri non uscissero vivi da quelle stanze, ecco allora che i cadaveri venivano rispediti in Iraq in una cassa diplomatica che nessuno poteva ispezionare.

"Era una stanza buia le porte erano rinforzate e nessuno riusciva a irrompere o scappare. Non c’era neanche bisogno di isolamento acustico. Lì sotto non si riuscivano a sentire le urla", hanno spiegato i funzionari al giornale Usa. In quelle stanze non sarebbe stato risparmiato nulla ai prigionieri, con torture con filo di rame, tubi di gomma e assi di legno. Le camere di tortura del regime erano cosa nota in alcune  ambasciate irachene nel mondo ma non si era mai parlato dello stesso metodo in Usa. Con i successivi contrasti tra i due Paesi la camera di tortura poi ha smesso di funzionare e le prove sarebbero state definitivamente cancellate dopo la caduta di Saddam Hussein.