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Sadaf Rahimi, la prima donna pugile olimpionica dell’Afghanistan (VIDEO)

In Afghanistan, le donne non hanno vita facile, ma questa giovane pugilessa è riuscita ad affermarsi in uno sport prettamente maschile.
A cura di Daniela Caruso
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Sadaf, la prima donna pugile olimpionica

Non ci sono distinzioni tra uomini e donne: i diritti sono sacrosanti per tutti gli esseri umani. Il rispetto, però, non è un dettaglio scontato, soprattutto nei paesi dove le ragazze sono trattate alla stregua di oggetti e maltrattate solo per il loro essere ‘femmina'. La presa di coscienza, però, piò essere più forte di qualsiasi divieto imposto dall'alto: in Afghanistan, infatti, vive Sadaf Rahimi, una giovane ragazza che è la prima donna pugile del Paese. La pugilessa gareggia in circuiti olimpionici: indossa il guantone, sale sul ring e fa vedere al mondo il suo valore e le sue doti, in uno spirito di rivalsa forte e autentico.

Il suo primo pugno l'ha sferrato a 11 anni: Sadaf si trovava nel suo villaggio, quando insieme al cugino di 18 anni, mise in piedi una sorta di sfida, uno scontro dal quale capì cosa avrebbe voluto fare in futuro: "La prima volta che ho colpito qualcuno fu nel mio villaggio. Era mio cugino di 18 anni. Abbiamo inscenato uno scontro e lui mi disse che sarei diventata una brava pugile". Affermarsi in uno sport come il pugilato non è semplice, soprattutto per una ragazza che, oltretutto, vive in un Paese dove le donne non hanno gli stessi diritti e le stesse possibilità di realizzazione degli uomini.

Non ci sono abbastanza fondi per le Olimpiadi: a denunciare la situazione, proprio la pugilessa afghana, la quale sottolinea le difficoltà non solo culturali ma anche economiche che ci sono nel suo Paese nella gestione delle pratiche sportive e il relativo accesso delle donne alle competizioni: "Mi alleno un'ora al giorno, ma non è sufficiente per prepararmi per Londra. Gli altri team si allenano tre volte al giorno e l'attrezzatura sportiva è inadeguata. Mi sono dovuta comprare perfino i guantoni. Avremmo bisogno di uno sponsor che può assistere le atlete femminili".

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