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Russiagate: l’uomo della campagna elettorale di Trump si dichiara colpevole di cospirazione

Richard Gate, accusato nei mesi scorsi per reati non connessi a Trump, ha deciso di dichiararsi colpevole di cospirazione. Per i media potrebbe collaborare e portare a un importante passo avanti nelle indagini sul Russiagate.
A cura di Antonio Palma
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Nuovo colpo di scena nell'intricata vicenda del Russiagate, ovvero le connessioni pericolose tra Mosca e Washington al tempo dell'ultima campagna elettorale presidenziale e le conseguenti  interferenze russe nelle presidenziali americane. L'ex numero due della campagna dell'attuale Presidente statunitense, Richard Gates, infatti ha deciso di dichiararsi colpevole di cospirazione contro gli Stati Uniti e di aver mentito agli investigatori dell'Fbi sui rapporti con la Russia. Non si tratta di ammissioni sul caso Trump ma è comunque una decisione senza precedenti e che potrebbe porterà a sviluppi sul Russiagate visto che si tratta di una persona che è stata vicinissima a Trump e che probabilmente aprirà altri scenari con le sue rivelazioni.

Nonostante ora rischi diversi anni di carcere visto che è accusato di 32 capi di imputazione connessi, secondo i media americani la sua mossa infatti è un segnale che è pronto a collaborare con il procuratore speciale Robert Mueller e gli investigatori. Del resto Gates era da tempo nel mirino dell'Fbi che già a ottobre lo aveva accusato di vari reati tra cui il riciclaggio milioni di dollari ed evasione fiscale legata al lavoro dal 2006 al 2014 per l'ex presidente dell'Ucraina Viktor Yanukovych, appoggiato dalla Russia. Insieme col suo ex partner d'affari ed ex presidente della campagna di Trump, Paul Manafort, era anche accusato di avere rappresentato illegalmente un governo straniero come lobbisti senza prima registrarsi presso il governo Usa come agenti stranieri.

"Malgrado il mio iniziale desiderio di difendermi vigorosamente dalle accuse ho avuto un ripensamento. La realtà è che la lunghezza di questo procedimento legale, i costi e l'atmosfera da circo che abbiamo già visto in questo processo sui media sono troppo. Per la mia famiglia sarà meglio se procederò uscendo da questo processo" avrebbe scritto Gates in una missiva indirizzata agli amici e riportata dalla rete Abc, aggiungendo: "La conseguenza sarà un'umiliazione pubblica che al momento sembra un piccolo prezzo da pagare rispetto a quello che i nostri bambini avrebbero dovuto sopportare". Da Washingto si sono affettati a chiarire che "Questa incriminazione non ha nulla a che fare con la Casa Bianca o il presidente:, abbiamo collaborato con il consulente speciale e non ci sono prove di collusione, nessuna prova di irregolarità".

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