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Guerra in Ucraina

Cosa farà Trump per la guerra in Ucraina: parla il consulente di Putin

L’intervista di Fanpage.it a Dmitry Suslov: “Il presidente Usa farà una politica illiberale e di potenza, simile alla nostra, ma vuole l’egemonia globale: lo contrasteremo”. Negoziato sull’Ucraina “solo tra Mosca e Washington, niente europei né Zelensky”. Possibile rinuncia a parte dei territori occupati in cambio del ritiro di Kyiv dal Kursk. “Ma ci verrano mesi”. Intanto, “la guerra si intensificherà”.
A cura di Riccardo Amati
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Al Cremlino intendono l’"eccezionalismo" rivendicato da Donald Trump per gli Usa come una cosa ben diversa da quello intriso di ideali liberali di cui la Russia accusava le amministrazioni democratiche. “Il presidente americano farà una politica illiberale ed egemonica, che ci andrà benissimo se Washington si limiterà a guidare la sua area del mondo e ci lascerà essere a capo della nostra”, dice a Fanpage.it l’adviser del Cremlino Dmitry Suslov. Della pace in Ucraina “Putin e Trump parleranno già questa settimana ma per arrivare a una soluzione ci vorranno molti mesi. Non accetteremo compromessi su demilitarizzazione, neutralità e benevolenza verso Mosca da parte di Kiev. E la trattativa escluderà gli europei e Zelensky”. Intanto, “la guerra e le sanzioni si inaspriranno”. Tra i pochi interessi in comune tra Mosca e Washington, “indebolire l’Unione Europea fino a disintegrarla”. Russia e Usa vogliono avere a che fare solo con singoli Stati.

Suslov è un esperto delle relazioni tra Russia e Occidente. Insegna alla Hse, la “Bocconi” di Mosca. È vice direttore del Centro per gli studi comprensivi europei e internazionali di quella università. Fa parte di un ristretto gruppo di politologi deputati a fornire al Cremlino consigli molto ascoltati.

Dmitry Suslov.
Dmitry Suslov.

Professor Suslov, Donald Trump nel suo discorso di insediamento ha citato due volte l’”eccezionalismo” degli Stati Uniti, dicendo che aumenterà. Dalle nostre parti nessuno ci ha fatto caso. Ma a Mosca? Il revisionismo aggressivo della politica estera russa ha sempre avuto nel mirino proprio l’”eccezionalismo” americano.

Per la tradizione del Partito democratico, l’eccezionalismo rappresenta l'idea che gli Stati Uniti siano un faro di valori universali – La "città splendente sulla collina" – destinata a trasformare il mondo. Ma la versione di Trump è molto diversa. Per lui, si tratta solo di affermare la grandezza americana: primato economico, dominio militare ed egemonia globale. Niente valori liberali. L’eccezionalismo di Trump riguarda il concetto di potenza, non gli ideali.

Ed è un approccio positivo o negativo, dal punto di vista della Russia?

Entrambi. Da un lato, mette in chiaro il rifiuto di Trump dell'ordine internazionale liberale che gli Stati Uniti hanno cercato di universalizzare dopo la Guerra Fredda. E questo è positivo, perché legittima la politica di potenza che la Russia promuove e ha sempre promosso: un mondo governato da alcune grandi potenze che intrattengono relazioni competitive e/o cooperative tra di loro. Senza stupidaggini (l’accademico utilizza un termine più colorito, ndr) liberali.

È per questo che Trump non ha mai pronunciato la parola “Occidente”, nel discorso di lunedì?

Come ha detto il neo-Segretario di Stato Rubio, l’ordine internazionale del dopo guerra fredda è una minaccia per gli Stati Uniti. Vogliono sostituirlo con un ordine egemonico illiberale. Non significa che lasceranno la Nato o altre alleanze. Solo, le useranno in modo più favorevole per Washington. E vi faranno pagare di più.

Qual è invece l’aspetto negativo di questo tipo di “eccezionalisimo”, per la Russia?

Gli Stati Uniti non accettano la multipolarità. Perseguono l’egemonia imperialista. La Russia non accetterà mai un approccio simile. La risposta è arrivata subito, con la video call in cui Putin e Xi Jinping hanno affermato che la partnership tra Mosca e Pechino è sempre più stretta, per resistere alle aspirazioni egemoniche americane.

Mica facile però capire il vostro concetto di multipolarismo. Non fa a cazzotti con quella che lei poi definiva politica di potenza?

Dal nostro punto di vista, se gli Stati Uniti diventano egemoni a livello regionale, limitandosi all’emisfero occidentale o al Nord America, si crea una situazione ideale.

In che senso?

Consentirebbe la multipolarità: gli Stati Uniti a capo della loro regione, la Cina egemone nella sua, l'India nella sua e la Russia nella propria. Ciò consentirebbe un equilibrio. Il problema è che Trump non vuole questo. Vuole la leadership globale.

Ah, ecco. Così ci ha anche spiegato cos’è il “multipolarismo” secondo Mosca. E che fine farà l’Unione Europea?

Sia la Russia che l’amministrazione Trump vorranno indebolirla quanto più possibile.

Voi avete fatto di tutto per alimentare spaccature nelle istituzioni comunitarie e nei Paesi membri dell’Unione. Ora ci si metteranno anche gli Usa?

Sia la Russia che l'amministrazione Trump vogliono che l'Unione Europea, come entità integrata, venga annullata. L'obiettivo è che i singoli Paesi adottino politiche nazionali individuali, permettendo alla Russia di stringere accordi bilaterali con Italia, Francia, Germania e altri, e agli Stati Uniti di fare lo stesso. Naturalmente, i nostri interessi divergono su questioni concrete, come la competizione per il gas. Ma sia noi che gli Usa di Trump desideriamo la disintegrazione dell'Unione Europea. Su questo punto c’è una convergenza con Washington.

Ma non sarebbe meglio per la Russia avere a che fare con un’Europa forte, unita e quindi più indipendente dagli Usa?

In passato, la Russia ha sostenuto un'Ue indipendente e forte come partner strategico, ma l'Ue non si è mai emancipata dagli Stati Uniti. La retorica sull'"autonomia strategica", come quella di Macron, per noi è vuota. L'Ue non sarà mai indipendente dagli Usa.

Se fosse più forte, potrebbe diventarlo.

L'allargamento del 2004 alla Polonia e ai Paesi baltici ha peggiorato tutto. Finché Polonia e Baltici restano nell'UE, preferiamo relazioni bilaterali con singoli stati membri. Paesi baltici e Polonia hanno fin da subito cercato in tutti i modi di silurare le relazioni tre Ue e Russia.

Se e quando si arriverà a un negoziato sull’Ucraina, accetterete che al tavolo sieda l’Ue?

Sull’Ucraina, le nostre posizioni e quelle di Washington sono estremamente divergenti. Ma c’è una cosa su cui concordiamo in pieno: gli europei non devono partecipare alle discussioni. Si dovrà trattare tra Russia e Stati Uniti, senza l’Europa.

Eppure l’Ucraina è Europa. E anche la Russia. Le pare realistico escludere l’Unione Europea da un negoziato?

La Russia non siederà mai al tavolo con l'Ue. Se ci saranno proposte europee, come il dispiegamento di forze armate in Ucraina dopo il cessate il fuoco, la Russia le respingerà. Insisteremo sulla demilitarizzazione e neutralità dell'Ucraina. Dopo la guerra, l'Ucraina non deve essere militarmente forte o radicata nell'Occidente, ma debole e neutrale.

Pensate semmai a truppe di Paesi Brics, o del Sud globale?

Non accetteremo l’invio di contingenti internazionali di pace in Ucraina.

Trump ha detto che Putin sta distruggendo la Russia rifiutando di negoziare la fine alla guerra. Troppi morti, l’inflazione, i tassi d’interesse alle stelle. Per che cosa? Vale la pena?

Trump aumenterà la pressione economica sulla Russia con nuove sanzioni, più forti rispetto a quelle già esistenti. Ma non cederemo.

Quando inizieranno i colloqui per la pace?

Presto, con una conversazione telefonica tra Trump e Putin forse questa settimana, seguita da incontri bilaterali. A cui potrebbero partecipare l’inviato di Trump per l’Ucraina Keith Kellog o lo stesso Segretario di Stato Marco Rubio. Ma dubito che si troverà una soluzione nei prossimi mesi. Nel frattempo, ci sarà un’escalation delle ostilità. E saranno imposte nuove sanzioni contro la Russia.

Putin ha ribadito che vuole tutti i territori annessi, comprese le parti che non siete riusciti a occupare. Secondo lei, invece, non è un punto fondamentale. Come stanno le cose?

Confermo ciò che vi dissi qualche mese fa. Gli obiettivi importanti per la Russia sono altri. Certo, il ritiro degli ucraini dalla oblast di Kursk è indispensabile. Del resto si può anche discutere (Suslov lascia intendere che la rinuncia a parte dei territori contesi in cambio del Kursk è possibile, ndr).

Al fallimento delle trattative di Istanbul alla fine del marzo 2022 contribuì l’insistenza russa per una specie di diritto di veto sulla legislazione ucraina. Insistete ancora su questo punto?

Certamente sì. È fondamentale che Kyiv non faccia leggi contro la Russia né per rafforzarsi militarmente. Inoltre, insistiamo sulla denazificazione (Il Cremlino parla di influenza “nazista” in Ucraina perché fonda la sua propaganda sull’idealizzazione della vittoria sovietica sul nazismo. In Ucraina la destra estrema non ha superato il 2,5% alle ultime elezioni, ndr).

Riguardo alla neutralità, accettereste un sistema che garantisca sicurezza all’Ucraina a fronte di un impegno a non entrare nella Nato?

Il diavolo si nasconde nei dettagli: se questo sistema prevede il dispiegamento di truppe occidentali in Ucraina, la continuazione di esercitazioni militari congiunte o la prosecuzione dell'addestramento delle forze armate ucraine da parte della Nato, ciò sarà inaccettabile.

Ma davvero volete la pace? Non è che solo prendendo tempo per vincere sul terreno?

Non scenderemo a compromessi sulle nostre rivendicazioni principali. E raggiungeremo questi obiettivi attraverso negoziati, attraverso la guerra o attraverso entrambe le cose.

Come definirebbe la situazione al fronte?

La Russia continua ad avanzare lentamente e gradualmente. Dubito che l'Ucraina sia in grado di mantenere l'attuale intensità del conflitto per un altro anno.

Trump vorrebbe un cessate il fuoco quanto prima. Voi, sembra proprio di no.

Un cessate il fuoco o un armistizio potrebbe anche essere accettabile, ma solo dopo un'intesa politica di base con l'amministrazione Trump. Negoziando bilateralmente con gli Usa. Poi, dovrebbero esserci elezioni in Ucraina, e solo allora potremo negoziare con Kiev.

Come fate a dire di essere favorevoli a un negoziato di pace se non volete parlare col nemico?

Non negozieremo mai con Zelensky nella sua posizione attuale. Solo se vincesse le elezioni che seguirebbero una nostra intesa con gli Usa. Ma non credo proprio che le vincerebbe.

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