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Guerra in Ucraina

Russia, Putin ordina di arruolare altri 180mila uomini nell’esercito dopo l’invasione di Kursk

L’aumento, il cui iter si concluderà a dicembre, porterà il numero complessivo di personale militare russo a quasi 2,4 milioni di uomini, inclusi 1,5 milioni di soldati.
A cura di Davide Falcioni
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Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato un nuovo ampliamento delle forze armate con l'aggiunta di 180mila unità a quelle già disponibili. Si tratta del terzo provvedimento di questo tipo dallo scoppio della guerra contro l'Ucraina, il 24 febbraio 2022. L'aumento, il cui iter si concluderà a dicembre, porterà il numero complessivo di personale militare russo a quasi 2,4 milioni di uomini, inclusi 1,5 milioni di soldati.

Il provvedimento del Cremlino arriva in un momento cruciale del conflitto. Quaranta giorni fa, infatti, l'Ucraina ha invaso la regione russa di Kursk, arrivando a controllare circa mille chilometri quadrati di territorio. Mosca, per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, deve fare i conti con un'incursione nel proprio territorio nazionale. Nel frattempo la Russia ha intensificato le operazioni per cercare di spingere gli ucraini al di à del confine e contemporaneamente continuano a premere nel Donetsk, l'altro fronte caldissimo della guerra. Sullo sfondo, l'ipotesi che Kiev ottenga il via libera all'utilizzo di armi a lungo raggio messe a disposizione dai partner occidentali. Stati Uniti e Regno Unito, in primis, potrebbero autorizzare l'Ucraina a lanciare missili Atacms e Storm Shadow contro obiettivi militari in Russia: in questo modo, le forze armate ucraine potrebbero puntare a basi distanti quasi 250 chilometri e costringere Mosca a modificare schieramenti e strategie.

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"Penso che sia importante partire dalla posizione fondamentale che questa è una guerra illegale iniziata dalla Russia e, di conseguenza, l'Ucraina ha il diritto all'autodifesa e noi tutti – Italia, Regno Unito e altri alleati, in particolare gli alleati della Nato – siamo stati al fianco dell'Ucraina", ha dichiarato ieri il primo ministro britannico Kier Starmer in conferenza stampa con Giorgia Meloni a Roma, e ha aggiunto: "È una guerra contro i valori della democrazia, della libertà e dello stato di diritto, che si applicano a tutti noi nei nostri rispettivi paesi. Ecco perché abbiamo fornito capacità, abbiamo fornito addestramento, abbiamo fornito denaro e ci sono ulteriori impegni da prendere in relazione a tutto ciò". Quindi ha sottolineato: "Penso che sia molto importante, come principio, mettere l'Ucraina nella migliore posizione possibile, ed è ciò di cui abbiamo avuto modo di parlare"

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