Russia: Putin firma la legge che depenalizza le violenze su mogli e figli
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato ieri la discussa legge che depenalizza alcune forme di violenza domestica in Russia, almeno per quanto concerne gli abusi commessi per la prima volta da parenti. Tali violenze non verranno più considerate come reati, bensì come illeciti amministrativi, a patto che le botte sulla moglie o sui figli provochino "soltanto" dolore e non, invece, ferite o altri evidenti danni fisici. Naturalmente il confine appare molto sottile e ai legislatori sembrano non preoccupare le conseguenze psicologiche, specialmente sui bambini. Le violenze verranno valutate nell'ambito penale solo qualora verrà messa in pericolo la salute di chi la subisce, o nel caso in cui la violenza si ripeta nel giro di un anno.
Le sanzioni per chi picchia mogli e figli: multa da meno di 500 euro o due settimane di carcere
La norma sulle violenze domestiche prevede una multa fino a 30mila rubli (474 euro), detenzione da 10 a 15 giorni (in passato la pena detentiva, applicata raramente, era di due anni) oppure da 60 a 120 ore di servizio sociale quando gli abusi vengono compiuti per la prima volta ai danni di un membro della famiglia. La legge sulla depenalizzazione ha ricevuto critiche da numerose ong, mentre gli autori ne hanno difeso la bontà affermando che una legislazione troppo severa sugli abusi domestici rappresenta un’arbitraria interferenza dello Stato nella vita privata dei cittadini.
Putin: "Lo stato non interferisca sugli affari familiari"
Tale posizione è la stessa del presidente Putin, che pur avendo espresso in passato critiche alle "sculacciate" dei genitori sui figli ritiene che le autorità non debbano interferire negli "affari di famiglia" senza motivazioni più che valide: "Non possiamo esagerare – aveva affermato il presidente russo il mese scorso -, alla fine si distruggono le famiglie. Immischiarsi è inaccettabile". La norma, fortemente appoggiata dalla Chiesa ortodossa, era stata approvata tra il 27 gennaio e il primo febbraio a larghissima maggioranza dalle due Camere del Parlamento.
Quello delle violenze domestiche, specialmente sulle done, è un problema fortemente sentito in Russia, dove ogni anno 14mila donne muoiono per mano di compagni o mariti: "Il passaggio di questa legge – aveva detto nelle scorse settimane Yulia Gorbunova, di Human Rights Watch – sarà un gigantesco passo indietro per la Russia, in cui già le vittime delle violenze domestiche incontrano ostacoli enormi per avere aiuto dalla giustizia".