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Guerra in Ucraina

Russia, Marina Ovsyannikova è in fuga: la giornalista “no war” era agli arresti domiciliari

Maria Ovsyannikova inserita nella lista dei ricercati in Russia. A marzo aveva denunciato l’invasione ucraina in tv col cartello: ‘No alla guerra. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda, vi dicono bugie qui”.
A cura di Biagio Chiariello
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Maria Ovsyannikova è stata inserita nella lista dei ricercati in Russia.

L'ex giornalista televisiva, diventata famosa per avere mostrato un cartello contro l'operazione militare in Ucraina durante una diretta tv, è evasa dagli arresti domiciliari in cui era stata posta lo scorso agosto, quando era stata arrestata per aver protestato di fronte alla sede del governo russo contro la guerra in Ucraina.

Con sé avrebbe portato la figlia di 11 anni, come ha denunciato l'ex marito. Non è chiaro a quando risalga la fuga: l’uomo ne aveva parlato sabato scorso, e la notizia era stata ripresa da alcuni giornali russi, tra cui il quotidiano indipendente Novaya Gazeta (che ora ha sede in Europa perché in Russia è stato chiuso). In caso di condanna, Ovsyannikova rischia fino a 10 anni di carcere.

La reporter era diventata famosa in tutto il mondo lo scorso marzo per il blitz in diretta durante uno dei principali notiziari della televisione di stato russa Channel One: dipendente della stessa emittente del telegiornale, ha interrotto il live con un cartello in mano con la scritta: ‘No alla guerra. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda, vi dicono bugie qui".

"La pubblicità mi ha salvata dalla prigione – ha raccontato lo scorso maggio in un'intervista – perché se mi avessero incarcerata ci sarebbero state delle proteste: la realtà è che non sanno bene cosa farsene di me. Così stanno facendo del loro meglio per farmi dimenticare".

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Anche la vita privata sembrerebbe non essere semplice per Marina Ovsyannikova nell'ultimo periodo. Suo marito, impiegato in una tv statale, aveva chiesto la custodia esclusiva dei suoi due figli. "Ora sono in un limbo, vivo giorno per giorno. Ma rifarei tutto. La guerra è diventata un punto di non ritorno dove tutto il resto non conta, i nostri problemi personali non sono nulla paragonati a quelli del popolo ucraino. Dobbiamo essere tutti parte dello stesso piano: fermare la guerra, assicurare i criminali alla giustizia e ricostruire l'Ucraina" ha detto.

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