Russia, la Duma boccia la legge anti-gay che criminalizza gli omosessuali

Il disegno di legge proposto da alcuni deputati del partito comunista russo che prevedeva delle sanzioni per chi dimostrava affetto omosessuale in pubblico è stato bocciato dalla Duma. Una bocciatura per "ragioni formali", secondo il deputato d'opposizione Dmitri Gudkov, che va contro il ddl presentato da Ivan Nikitchuk and Nikolai Arefyev, che prevede multa e la possibilità del carcere per qualsiasi tipo di effusione tra persone dello stesso sesso, dagli abbracci, ai baci, fino al tenersi per mano in pubblico. Gudkov lo ha scritto sulla sua pagina Facebook. La legge era indirizzata solo contro i maschi gay, dato che il legislatore sostiene che le lesbiche siano più “ragionevoli” e capaci di “gestire le proprie emozioni”. “Noi abbiamo la nostra idea di onore e di coscienza -ha dichiarato Nikitchuk- e dobbiamo rispettare la tradizione. La feccia che ci viene dall'Occidente è innaturale per la Russia. Questi desideri sessuali non convenzionali non fanno altro che creare disgusto nelle persone normali, intelligenti e in buona salute”, aveva detto il parlamentare comunista, secondo il News Service russo.

Va comunque che il rifiuto della Duma a dare il via libera a questa legge è singolare se si ripensa alla campagna omofoba portata avanti anche dal Presidente Putin. Come si sa, l’omosessualità in Russia è assolutamente discriminata e può costare anche la vita. Tra tutti i Paesi che ancora non riconoscono l’essere gay come una condizione non patologica né pericolosa, l’ex Unione Sovietica è sicuramente sul podio (in negativo) in Europa. Basti pensare alle dichiarazioni omofobe degli atleti di Mosca in occasione delle Olimpiadi di Sochi: Elena Isinbaeva, due volte medaglia d’oro alle olimpiadi e attualmente detentrice del record europeo nel salto con l’asta, aveva dichiarato: “I russi sono persone normali, gli uomini vanno con le donne e viceversa, non come gli altri europei”.