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Russia, giornalisti arrestati e condannati per alto tradimento: la libertà di stampa secondo Putin

La giornalista Svetlana Prokopyeva, importante firma della redazione russa di Radio Free Europe e di Echo Moskvy/Echo of Moscow, è stata condannata a pagare una multa di oltre 6mila euro per aver espresso un’opinione sull’attentato portato alla fine del 2018 alla sede del Servizio di sicurezza federale russo. Stamattina, intanto, un altro ex giornalista è stato arrestato per alto tradimento.
A cura di Davide Falcioni
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L’Unione Europea ha condannato la sentenza di colpevolezza pronunciata ieri da un tribunale russo – e commutata in una multa da 500.000 rubli (6160 euro) – nei confronti della giornalista Svetlana Prokopyeva, importante firma della redazione russa di Radio Free Europe e di Echo Moskvy/Echo of Moscow. La donna era accusata di “giustificare il terrorismo” per aver affermato in una trasmissione radio che la causa dell’attentato portato alla fine del 2018 alla sede del Servizio di sicurezza federale russo (FSB) sarebbe da attribuire alla “situazione sociale e politica della Russia”. Prokopyeva aveva descritto l’attentatore diciassettenne come “un adolescente cresciuto sotto il regime di Putin, in uno stato crudele che guarda alla violenza come all’unica soluzione possibile”. Per Peter Stano, portavoce agli affari esteri e alla politica di sicurezza del Servizio esterno UE, la sentenza sarebbe il risultato delle “attuali restrizioni imposte dallo stato russo alle libertà civili e politiche”, ed è ingiustificata la salata ammenda che Svetlana Prokopyeva dovrà pagare.

Il processo aveva avuto inizio circa tre mesi fa a Pskov, a porte chiuse, suscitando la forte attenzione della società civile, che in una petizione aveva raccolto oltre 150.000 firme. Questo episodio, afferma il portavoce Stano, testimonia che negli ultimi anni in Russia “c’è sempre meno spazio per il giornalismo indipendente e la società civile”. Si tratta solo dell’ennesimo di una serie di intimidazioni, minacce e atti di violenza perpetrati ai danni dei media, spia di un clima di “repressione delle libertà fondamentali dei media” che porta a interventi forzosi come “arresti e sentenze politiche”. L'UE ha invitato la Federazione russa a rispettare gli obblighi nazionali e internazionali e a far sì che i giornalisti siano messi in condizione di lavorare “senza dover temere rappresaglie”.

Arrestato l'ex giornalista Ivan Safronov: suo padre, cronista, morì cadendo misteriosamente dalla tromba delle scale

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Questa mattina, inoltre, è stato arrestato il portavoce della presidenza di Roscosmos, la società per le attività spaziali della Federazione Russa, Ivan Safronov, con l'accusa di alto tradimento. Lo ha riferito l'ufficio stampa di Roscosmos, precisando che il caso non riguarda l'attuale impiego dell'ex giornalista dei quotidiani russi "Vedomosti" e "Kommersant" e che la società statale sta fornendo assistenza alle autorità nelle indagini. L'agenzia di stampa "Life" ha pubblicato il video dell'arresto dell'uomo effettuato da alcuni agenti del Servizio per la sicurezza federale (Fsb), mentre l'emittente televisiva "Dozhd" riferisce che sono in corso indagini nella casa del giornalista il cui padre, anch'egli cronista, morì in circostanze misteriose nel 2007 cadendo dalla tromba delle scale di un palazzo. Ivan Safronov è stato nominato consigliere per la politica dell'informazione del direttore generale di Roscosmos, Dmitrij Rogozin, il 18 maggio scorso. Avrebbe dovuto coordinare l’attività informativa della società statale e delle sue controllate. Tra il 2010 ed il 2019, Safronov ha lavorato per "Kommersant" e "Vedomosti", dove si seguiva le attività del ministero della Difesa, dell'industria bellica, del settore spaziale e varie questioni di cooperazione tecnico-militare.

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